Allora mi faccio liberare dai rigagnoli e svuoto anch'io le nuvole, mentre il cielo respira di grigio in ogni direzione la sua sofferenza.
Pianifico come un killer la corsa di domani. E' qualcosa che non mi appartiene, ma questa volta lo devo fare. Voglio essere cosciente e non soffrire come nell'ultimo trail di settembre. E poi ci sarà il mio vicino che mi farà capire dov'è arrivato il suo potenziale (Paolo).
Questa volta tutto è più breve; tutto è più denso. Due salitone, due discesone e poi un dosso meno intenso.
Così mi assegno un punteggio per ogni segmento. Lo memorizzo e domani gusterò il guadagno o il difetto nella corsa, come in un ciclo di lavorazione diretto. Mi basterà un cronometro, due occhi e un neurone per la (dis)soluzione. 71,5 minuti. Pause ai due vertici comprese. Sotto i 70 minuti? Tutto grasso che cola...
Sarà una corsa scientifica, propedeutica alla follia dell'ultratrail che già mi (ri)chiama da lontano...
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I segmenti (neurali) |
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