29 giugno 2012

L’allenamento danese

Fonte: Tuttoscienze de La Stampa, 27.06.2012

È il Sacro Graal di ogni corridore professionista e degli sportivi della domenica: trovare un allenamento in grado di migliorare le performances e garantire risultati sul piano della salute con tempi di esercizio ridotti.

Ora il sogno sembra più vicino grazie a una nuova forma di allenamento, messa a punto all'Università di Copenaghen. Il suo nome è «allenamento 10-20-30» e i corridori che l’hanno sperimentato hanno migliorato, in media, di oltre 20 secondi sui 1500 metri e di un minuto sui 5 km; il tutto in un mese e mezzo, con il 50% di esercizio in meno.

Come se non bastasse, anche la salute cardiovascolare migliora: livelli più bassi di colesterolo e di pressione sanguigna rispetto alla corsa comune.

L'ideatore è Jens Bangsbo, fisiologo dell'Università di Copenaghen, e nello studio sul «Journal of Applied of Physiology» ha preso in esame 18 corridori mediamente in forma, sottoponendo la metà di loro al training «10-20-30» e l'altra metà al solito training settimanale.

«Siamo rimasti sorpresi nell'osservare un tale miglioramento della salute, considerando che i partecipanti correvano già da anni», ha spiegato.

Si parte con 1 km di riscaldamento per iniziare subito il primo blocco di «ripetute»: 10 secondi a velocità massima, 20 secondi a velocità moderata e 30 secondi a velocità ridotta. Il blocco va ripetuto per 5 volte per un tempo totale di 5 minuti, dopodichè si fanno 2 minuti di pausa. La sequenza completa, costituita dalle «ripetute» e dalla pausa, va replicata dalle 3 alle 5 volte, per un tempo totale di 20-30 minuti, incluso il riscaldamento.

Anche dal punto di vista psicologico i risultati ci sono: i partecipanti hanno mostrato una sensibile riduzione della tensione emotiva rispetto a chi proseguiva con l'allenamento comune. Conclusioni interessanti, ma non inattese per chi si intende di sport: «Che l'attività fisica intervallata agisca sul sistema circolatorio e contribuisca a migliorare le performances dei corridori amatoriali è risaputo e approvato dal punto di vista fisiologico - avverte Sergio Lupo, specialista in medicina dello sport -. Il merito dei ricercatori danesi sta nell'aver stabilito tempi e modalità ».

Difficilmente un corridore professionista potrà migliorare sensibilmente le sue prestazioni con questo training ma, per un corridore amatoriale, il «10-20-30» rappresenta uno stimolo in più per dedicarsi allo sport, impiegando una scarsa mezz'ora con ottimi effetti anche sulla linea: è noto che la corsa intensiva contribuisce a bruciare più grassi e il metabolismo resta attivo per più tempo.

25 giugno 2012

L'Atletica


24/06/2012 – Gara La Mandria

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18 giugno 2012

Nuvole d'isole

Scrivendo s’inciampa molto più spesso che parlando. Ma cadendo si sprigiona adrenalina che invita ad osservare fotogrammi di un mondo più vicino alla terra brulicante d’insetti dalle zampette lunghe, antenne e occhi speciali.

A faccia in su, tra le zolle marroni e gialle, osservo le nuvole di sole. Passare di smorfie e salutare.

Sono nuvole d’isole lontane, sono isole di nuvole lontane. E io sono naufrago tra di loro. Poi, lentamente, nel bianco e nell’azzurro di saliva caramella ritrovo la direzione di volo. La prenotazione di vita. Un faro, un molo. Un poro dove entrare nel sole, e bruciare.

E ripenso al “correlativo oggettivo” di Eugenio Montale, il concetto poetico di Thomas Eliot. Mi sento esperto senza averne mai sentito parlare. Leggo i testi di questi maestri e sento il rumore della catena di oggetti, sensazioni ed eventi che si trasformano in emozioni e sentimenti.

Ecco, ho trovato il nome (correlativi oggettivi) per gli “insetti” che calpesto tutti i giorni cadendo dalle parole, nell’errore. Sono cioè “metafore che si oggettivizzano”. Di più, che si “reificano” diventando oggetti concreti dei sensi. E poi estasi dei non sensi che la mente può plasmare nell’aria, o nella vita reale. Non stanno fermi, e come le nuvole, seguono le pressioni del cuore.

Dice Elliot: “Il poeta diventa totalizzante, allusivo, indiretto, si spinge a forzare il linguaggio, lo smembra se necessario, per incanalarne il significato”.

E guadarlo, aggiungo io.




14 giugno 2012

Infilzo i sogni

Dopo i pasti, alla sera, e soprattutto di notte, vanno in onda i sogni. C’è chi li prenota, e chi li pesca nel pozzo dei desideri. Chi li accetta e chi li soffre. Non si possono controllare, all’apparenza. 

I sogni, come onde, agitano la superficie del giorno intero. Dove finisce un’onda? Dove comincia l’altra? Quando un sogno viaggia, come un’onda, che cos’è che viaggia? 

Nel mare, non è l’acqua a viaggiare: è l’onda che le passa sopra. E l’onda non è una cosa, ma un processo. Non è un’entità, ma “qualcosa che accade”, come dice il fisico teorico Carlo Rovelli, professore a Marsiglia. 

L’acqua ondeggia nel mare, l’aria nel suono, la terra nei terremoti, il campo elettromagnetico nella luce e nelle onde radio… E i neuroni nel cervello, dove le onde cerebrali ci giocano la vita, i sogni e le ambizioni. 

Nell’ultimo secolo abbiamo scoperto con grande stupore che anche la materia (gli atomi, gli elettroni e le particelle elementari) può considerarsi formata da piccolissime onde. Onde strane, che “vibrano” e corrono e rifrangono proprio come le onde del mare, come le onde di un sogno… 

Questo significa che anche la solida realtà, una forchetta per esempio, può essere considerata un processo più che un’entità. Un processo alle intenzioni di ingrassare o di dimagrire, se vogliamo pensare laterale… Ma comunque, una forchetta più che essere una “cosa” che è, diventa un “qualcosa che accade”… 

Qualcosa come i miei sogni, che accadono, saziano e ricadono dopo i pasti, alla sera e soprattutto di notte… tra le braccia di quanti di luce da inventare...



8 giugno 2012

Win for life

Come sostiene Vegas Llosa, ciò che rende umano un essere umano, prima ancora della ribellione, è «la capacità di uscire da se stesso e trasformarsi in un altro». E nella finzione letteraria, nella potenza evocativa delle parole, c'è questa "civiltà". L'inquietudine, i desideri migliori, lo spirito critico, l'immaginazione... cominciano sempre da questo viaggio.

Un altro modo di viaggiare è "correre". Anche correre può diventare "altro da sé", movimento puro e ripetitivo, una sorta di "mantra" del corpo che condiziona la psiche e ne esprime l'inerzia muscolare di pensiero. Sembra una contraddizione, ma non lo è: i neuroni "che corrono" vorrebbero "continuare a correre", ed esprimono la loro "muscolatura" come in qualunque altra attività.

Si abituano e si soddisfano elettricamente e chimicamente. Vincono per la vita. Un po’ come in amore. E si predispongono per ricevere, come fosse "un altro" dono, ogni sorta di regalo, interiore ed esteriore, e sempre più avidamente...


7 giugno 2012

Biomedicale

Nei libri mi perdo sempre. Le parole si agitano e cambiano il senso di ogni frase. Specialmente quando leggo con gli occhi chiusi...  
Sarà che in fantasia dormo più di tutti, e che in realtà sono insonne, ma felice...


6 giugno 2012

Il sorriso

Tanti minuti in mezzo al corpo.
E’ tutto ciò che serve per conoscere di me
di te
sul bordo di pelle di paradiso
un sorriso
aspetta il turno per entrare
e rimbalzare…


Lo Zen e la ragione

2 giugno 2012

Ogni giorno...

Ogni giorno di più...
Il tempo duole, barcolla, muore.
Poi riappare, oltre il mare un'alba nuova.
E' una dimora; e ogni giorno
è più giorno e ogni senso
è più denso...
Anche il tempo è più tempo.
Ogni giorno di più...
Cambi le stagioni, fai da lavatrice.
Anche i limoni
nella notte passata
hanno assaggiato la tua rugiada...