23 dicembre 2017

Pinkie (mignolo)

"Viviamo in competizione evolutiva con microbi, batteri e virus. Non c’è nessuna garanzia che saremo noi a sopravvivere." (Joshua Lederberg)
Forte di questo bell'incoraggiamento mi accingo a spostare di giorno in giorno e ora di settimana in settimana quel magico momento in cui, forse, se sopravviverò, mi scaraventerò fuori di casa per ossigenarmi a fondo i polmoni, la coscienza e il ribollente inconscio. Per correre finalmente incontro al nulla che tanto mi attende e tanto sento di desiderare. "Il nulla" che non posso continuare ad ignorare, ma senza il quale la materia della mente non può stare in equilibrio con il corpo. Senza questo "incontro del nulla" non avviene dialogo tra ciò che ho, il pensiero consapevole, e ciò che sono, l'impensabile inconscio che sogna e parla con l'anima. E' indispensabile la fatica, la soglia del dolore. Senza corsa, da fermo, non c'è apertura per la tensione di questa vita o spiraglio di fuga dai sogni sognati e mai realizzati.

Da più d'un mese combatto contro un'infezione batterica, forse, che mi gonfia un mignolo, lo arroventa e mi rende difficile tenere in pugno la situazione (nel vero senso letterale), e mi rende ridicolo quando bevo il caffè con il mignolo alzato in segno di nobiltà (a cui non aspiro). Prima il cortisone, poi l'antibiotico: un miglioramento iniziale in entrambi gli approcci e poi il ritorno sordo del gonfiore, del rossore e del dolore che non è quello che sta in cima alla fatica, ma quello che sta in fondo al corridoio di un pronto soccorso dove non voglio andare.