2012 - Cronache di corsa

04/11/2012 – Gara "La Folle del Ruffini" 


Il cielo è bianco e grigio un po’ perlato, quasi un camice usurato d’infermiere, o l’uniforme da karate sporca di sudore. Ci sono tredici gradi, ma sembra tutto rigido e invernale più del solito.

Arrivo nei dintorni del Parco Ruffini, qui a Torino, e intravvedo il fermentare anaerobico di centinaia d'atleti pronti a ribollire. Mi avvicino attratto dal fiuto e parcheggio nel primo buco che trovo. Intorno c'è la spettacolare ramificazione dei colori che insegue un orizzonte (di Mandelbrot) verso l'infinito e oltre.

Oggi si corre la tredicesima edizione della gara provinciale FIDAL denominata “La folle del Ruffini". Per me è la prima volta, e mi chiedo perchè folle, ma subito mi do una buona risposta da solo. Mentre approfondisco le cause, vedo Ennio e Diego e mi aggrego.

Dell'Atletica siamo in pochi oggi, e guarda caso neppure mi hanno iscritto. Il Direttivo si attiene scrupolosamente alle regole, senza eccezioni, e le richieste automatiche vanno manualmente inoltrate a tutti gli interessati (evvai!). Le iscrizioni alla competitiva sono chiuse. Mi travesto dunque da clandestino e corro la gara sotto falso nome.

Il cielo è ancora bianco e grigio argento, quasi un trofeo luccicante di carrozzeria Fiat e capigliatura brizzolatadel primo Agnelli. Abbasso lo sguardo, e come per magia ci troviamo nella pista di atletica dello stadio Primo Nebbiolo. Calpestiamo gomma Sportflex Super X, il materiale utilizzato alleAbbasso lo sguardo, e come per magia ci troviamo nella pista di atletica dello stadio Primo Nebbiolo. Calpestiamo gomma Sportflex Super X, il materiale utilizzato alleOlimpiadi di Pechino, color azzurro cielo. Altro che terra! E rimango così, sospeso in un regno animale che regala istinti di competizione e di sfida.
Mi accorgo di essere io solo quando un flebile sparo mette tutti in fuga. Il Garmin si attiva al volo come una Red Bull, e spiego le ali (nel senso dell'importanza del quadricipite in corsa...). Mi raccolgo bene e poi libero la falcata, ma c'è sempre qualcuno più veloce, per almeno un paio di minuti. Sulla scia di Raffaele e Gabriele tocco il primo chilometro, mentre non vedo più il giovane Domenico, già venti secondi davanti a noi. Mi affianca Andrea ed inizia un sodalizio di tre-quattro chilometri, prima io, poi lui, tra una chiacchiera e l'altra; poi lui allunga leggermente e mi assesta una ventina di metri che dureranno fino al traguardo. Bravo Andrea!

Al quinto chilometro mi affianca Gianni e prova ad invitarmi nella scia, ma non riesco a soffrire di più: 3:54 3:58 4:03 4:07 4:08 i tempi fino a qui. Ora cerco la tenuta e chiudo un po' gli occhi per immaginare un'altra corsa, dove il cielo non sia più grigio e l'orizzonte così scuro. Sogno ad occhi aperti e non vedo più il confine dei corpi tra gli alberi secolari, dei volti tra i nastri ad ansimare. Tutto diventa confuso, annebbiato, luminoso. Chiudo la seconda cinquina con: 4:07 4:12 4:15 4:09 e 3:56.

Sul finale, nei 400 metri di pista dello stadio, provo a chiamarmi per nome, a serrare i ranghi delle articolazioni. E' un mediocre intervento, ma alla fine, circa 200 metri dal traguardo, un ragazzo in tenuta arancione della Podistica Torino mi affianca, mi supera: ingaggio la sfida del mese. Ci spingiamo fin oltre le possibilità e arriviamo in volata folle (ecco perchè) uno sopra l'altro, prima lui e poi io, stremati, finiti. Gli stringo la mano mentre è ancora sdraiato che ansima; mi risponde che è un ex-centometrista e mi sorride. Folle io, folle lui, Gian Marco, ma che bellezza sentirsi così vivi! Il tempo finale è 40:55 per questi 10 km, settantesimo assoluto su oltre trecento giunti al traguardo.

E torno a casa, felice d'essermi conosciuto un po' di più.




5 commenti:

  1. Bel racconto! Nella seconda cinquina abbiamo rallentato un po'; l'ultimo km lo abbiamo corso alla stessa velocità. Grazie della compagnia e alla prossima!

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    1. Grazie, Andrea.
      Ottimo il tuo super-report d'Oltralpe!
  2. ecco come la sofferenza può essere creativa, in fondo hanno la stessa energia..... ;)

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    1. La sofferenza può essere creativa, certo. E quando lo è sviluppa molta energia. A volte brucia, ma è sempre energia... Ciao!
  3. L'energia si trasforma, ricorda...da sofferenza diventa piacere!

21/10/2012 – Gara "8 alla 2" 


Apro gli occhi e ci penso. C'è da giocare alla corsa, è domenica. Mi sento un esploratore del tempo libero. Certo non un matematico, che è anche un esploratore della realtà mentre crea strumenti di pensiero (come accade negli insiemi di Mandelbrot).

La corsa della domenica è una frazione di realtà che ha una dimensione imprecisata, a seconda dell'umore, delle condizioni familiari al contorno, della luce che si percepisce dentro, quando albeggia.

L'inconsapevolezza fa emergere rircorsive emozioni di traguardi felici. Numeri di pettorali, minuti secondi e attimi che accendono e sbrigano ad occhi chiusi le pratiche per arrivare in tempo alla Circoscrizione 2 di Torino, Cascina Giajone, dove so che si corre la "8 km alla 2", prova di campionato regionale UISP.

Faccio la coda individuale per iscrivermi, non essendomi aggregato all'Atletica. Poi ripercorro le superfici delle facce note e ignote, degli occhi amici e di quelli alla ricerca di un cenno per fare amicizia o per chiedere informazioni. Sono occhi che seguono una traiettoria immaginaria prossima alla matematica del caos (poi succederà qualcosa e tutti seguiranno una precisa formula che li condurrà al traguado).

Oggi ho in mente le frastagliate immagini della natura che si sfoglia, cade ai miei piedi e nasconde meravigliosi regni gialli e verdi della biologia e universi di strutture matematiche sconosciute ai non frattali...

Vedo i compagni in carne ed ossa. Mi inserisco nel cerchio magico e tutto riappare normale. Oggi il presidente è assente, è stato poco bene ieri sera. Ecco una costante che viene meno all'improvviso. Gabriele è in forma, ha lo sguardo illuminato che lo assiste nell'attesa. Raffaele arriva leggermente raffreddato, con il piumino addosso. Gianni osserva e saluta sorridente. Roberto arriva all'ultimo, la batteria del suo scooter lo ha mollato, si affanna un pochino e infatti partirà in ritardo per colpa delle scarpe non ancora allacciate e della partenza anticipata di dieci minuti. Max non c'è, è andato al mare.

Il gruppetto dell'Atletica è abbastanza nutrito: ci sono i fedelissimi storici sempre presenti, oltre a Giuliano M., l'unico dei nostri top aggi al via.

Si parte. Due giri veloci intorno al Parco Salvemini con partenza e arrivo all'interno della Cascina. Le vie sono abbastanza strette e le auto parcheggiate sono ostacoli da controllare continuamente.

Raffaele piano piano si allontana. Gabriele è avanti di qualche decina di metri, in lenta progressione. Per un pò, tutto resta quasi immobile. Esploro chilometri di asfalto interiore, crepati, pieni di radici emergenti. Mancano tre chilometri e mi raggiunge Luca: mi supera, si gira e chiama me e Gianni alla rincorsa. Niente da fare, non posso accelerare. Gianni invece accetta e allunga, ma non tiene il passo e si sgancia poco dopo.

Il traguardo sopraggiunge presto, ed è subito allegria. Vedo
Andrea che corre, è soddisfatto della sua media Garmin, identica alla mia: 4'01" al chilometro! Peccato, il muro dei 4 era prossimo alla caduta. Bravo Andrea!

Ma che sorpresa! Incontro Giuliano D. con l'amico Mauro e due dei loro figli in bicicletta! E' paonazzo, ma strafelice d'aver corso nelle sue strade, proprio sotto casa sua. Ci vediamo a cena presto!

Questo il mio ritmo: 3:52-4:02-3:59-4:00-4:00-4:13-4:08-3:54.

La classifica generale (Atletica UISP) dovrebbe comparire presto a
questo link.





8 commenti:

  1. ed io che pensavo di correre solo perché non ho di meglio da fare..... :))
        





  1. Eheh sai benissimo che non è così...
    Mi hai stimolato a fare una riflessione sulle motivazioni della corsa. Appena posso le condenso in un post, ciao!
        
  1. caspita, non avevo mai letto una corsa in un viaggio così "matematico" ... e invece ... cambia il runner, cambia la prospettiva, rimane la passione. Mi piace. Complimenti per il tempo.

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    1. Devo capire fin dove la corsa è aritmetica o aritmia, ehehe. Grazie!

  2. Eppoi dicono che è monotono... 'gnoranti.. ;-)

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    1. La monotonia c'è anche in matematica e in logica. Le funzioni monotone sono cose da preti... eheh

  3. mi sembra un ottimo risultato.
    bravo

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    1. Grazie Nino, l'impegno è commisurato ai bisogni psichici inespressi. Dunque credo che migliorerò ancora! ;-)
     

 

07/10/2012 – Gara "Sociale" 

Un flash sull'esperienza di corsa di ieri. L'eccesso si paga. Ed è così che dopo due chilometri corsi a ritmo over limit sono costretto a rallentare. E poi a gestire quel che resta dell'energia, per i successivi sei chilometri. Ho accusato unaspecie di iperventilazione e sollecitato qualche fascio muscolare neonato, tant'è che ne ha risentito anche il disco rigato del russare notturno.

Insomma, otto chilometri da dimenticare, in una bella mattina d'autunno, con un parco tutto per noi.

Al traguardo così:

1 Amorosi Domenico 29'54
2 Robbe Domenico 30'18
3 Lacerenza Luciano 30'28
4 Crepaldi Fabio 31'18
5 De Luca Raffaele 31'20
6 Biagi Mariano 32'12
7 Cavaliere Gabriele 32'15
8 Giglio Giovanni 32'31
9 Gatti Fabrizio 32'44
10 Nanotti Massimiliano 33'04
11 Mastrosimone Roberto 33'20
12 Bisterzo Marco 34'00
13 Sansonne Francesco 34'29
14 Colbertaldo Alberto 35'35
15 Tommasin Marco 35'45
16 La Sana Luca 35'58
17 Buscemi Andrea 36'08
18 Moretti Giuliano 37'48
19 Pegoraro Roberto 38'45
20 Raciti Magda 40'07
21 Ilardo Francesco 41'25
22 Damiano Aniello 43'45
23 Congiu Vincenzo 44'32
24 Bosco Laura 46'12
25 Lorusso Pietro 46'14
26 Stivala Carmelo 51'00
27 Borbone Giuliana 55'56

Nella foto mancano i top runner della squadra: Domenico Amorosi, Maurizio Giacobbi, Luciano Lacerenza e Giuliano Moretti, quelli da 3:30 al chilometro, per intenderci. Si stavano muovendo durante il fermo immagine, riscaldando o meglio già sudando nel parco.


 

16/09/2012 – Gara "Robassomero" 

http://www.atleticauisp.it/regionale.html


Oggi ho corso con tensione latina, in testa.

In una parola, ho corso al limes, che ho visto sollevarsi più volte dal terreno polveroso. Il limes, ovvero il limite, per i Romani portava con sé l’idea di conquista, di linea di confine, di strada verso nuovi territori. E in qualche modo ho vissuto il mio limite, a Robassomero, in questa terza edizione della corsa podistica "Le Borgate" di 10,3 km.
Il paese, tra Lanzo e Venaria, è un presidio di terra da coltivare. C'è molto verde e l'aria di città non arriva ancora troppo. Correre è salutare. Cani, uccelli, zucchine e rapanelli. Il raduno è numeroso e l'organizzazione della corsa quasi perfetta. Circa 400 al via, poco dopo le 9:30, e solito minuto tra gambe impazzite davanti e dietro, curve tra le case della borgata e paesani ad applaudire e a fotografare la mandria imbizzarrita dei polmoni ossigenati.

I primi cinque chilometri sono in leggera discesa, prima asfalto, poi terra battuta, prato, polvere, pietramee mattoni a volte insidiosi. Ma la discesa impone un ritmo altissimo: 4'00 - 3'56 - 3'57 - 3'55 - 4'14, i tempi del mio Garmin nei primi cinque chilometri. Davanti, una sessantina di corpi impegnati nello sforzo. Dietro, non mi giro neppure una volta.


Corro cercando di conquistare il territorio che separa un respiro dal successivo, in fila per il sorpasso, al limite con la coscienza di ciò che sta accadendo, immerso in una sequenza di linee e di scie da mantenere, da definire, da consegnare all'istante successivo. Una specie di galoppo del corpo a cavalcioni della mente, e viceversa. Quando ciò accade senza soffrire troppo, ecco, questo è il tesoro che la corsa restituisce nella ricerca di sé e del proprio limite.

I successivi cinque chilometri sono in leggera salita, ovviamente, per chiudere l'anello di gara. I primi tre sono ancora su prato, leggermente inclinato, e questo infastidisce non poco. Poi un chilometro di larga strada sterrata, piacevole, e quindi due chilometri di asfalto, che non finiscono più. Io mi sforzo, concentrato, con questi tempi: 3'56 - 4'23 - 4'30 - 4'15 - 4'04 - 3'54 (gli ultimi 300 metri).

Per la cronaca: alla partenza ci aggreghiamo a respirare l'adrenalina di squadra: io, Raffaele, Gabriele, Fabrizio, Roberto e Fabio. Qualcuno è più avanti (i big, Giuliano, il presidente, Gianluca), molti più indietro: laggiù si perderanno almeno 15-20 secondi nella calca. Pronti, via! Per circa due chilometri stiamo più o meno insieme, poi le andature di frazionano. Gabriele cede leggermente, Roberto mantiene il ritmo; gli altri iniziano ad allungare inesorabilmente. Ora corro in mezzo a chi corre esattamente come me. Sembriamo fermi, relativamente; nella luce si vedono i dettagli: capelli, sudori, muscoli, occhi, divise gialle e arancioni, nomi sulla schiena. Ci si sostiene senza parole. Tutto passa quasi in un attimo, altro che sala d'attesa... All'ultimo chilometro mi affianca Gianni Giglio, ritornato alle gare dopo un lungo infortunio: lo vedo sofferente, ma soddisfatto. Corre veloce, lo saluto e cerco di mantenere il suo ritmo. Mi sfugge, lo raggiungerò alla fine, penso, forse... Stringo i denti, ma vedo che li stringe anche lui. Il traguardo non arriva mai! Gli ultimi cento metri scatto come un velocista, ma non basta: gli arrivo alle spalle per due secondi! Quanta energia ci pervade alla stretta di mano finale!

Il mio limite, comunque, è stato raggiunto: 4'07" di media al chilometro, su percorso accidentato. Accidenti...

La classifica finale della nostra squadra è la seguente:

1. Giuliano Moretti: 38'40"
2. Domenico Robbe: 39'40"
3. Fabrizio Gatti: 40'06"
4. Fabio Crepaldi: 40'54"
5. Raffaele De Luca: 40'55"
6. Gianluca Bergonzo: 41'40"
7. Gianni Giglio: 42'20"
8. Mariano Biagi: 42'22"
9. Roberto Mastrosimone: 43'29"
10. Gabriele Cavaliere: 43'57"
11. Ennio Moscato: 44'15"
12. Francesco Sansonne: 44'35"
13. Andrea Buscemi: 47'58"
14. Antonio Da Lima: 49'02"
15. Diego Zorzan: 49'50"
16. Roberto Pegoraro: 51'15"
17. Magda Raciti: 53 '49"
18. Vincenzo Congiu: 57'07"
19. Aniello Damiano: 59'00"
20. Carmelo Stivala: 1h 07'00"
21. Giuliana Borbone: 1h 10'14"
22. Pietro Lorusso: 1h 10'15"


 02/09/2012 – Gara "Della Pellerina" 

Oggi ho riprovato l'ebbrezza della competizione.

L'appuntamento era il "Trofeo Arnaldo Colombo", manifestazione organizzata dal Gruppo Podistico dell’AVIS nel mezzo del parco della Pellerina di Torino, per il circuito FIDAL Piemonte.

Poco meno di 400 partecipanti, compressi e colorati, qualcuno abbronzato, qualcuno già sudato, ma tutti attenti con i sensi pronti ad assecondare corpo e mente nella migliore combinazione possibile.

Un minuto di silenzio, poi lo sparo. Che fumo! E vai... 5-10-15 secondi persi prima di poter esprimere l'andatura di gara. Non sembra, ma sono un bel pacchetto di energia immobilizzata, che scalpita, che pesta i piedi davanti e dietro, pozzanghere improvvise e ostacoli da schivare.

I primi passi sono al coperto delle maestose fronde di piante che delimitano il lungo viale d'ingresso del parco. Poi si esce su tracciati più tortuosi, tra ghiaia e terriccio battuto, piccole salite e discese, in zone del parco comunque veloci e non in mezzo al prato.

Corro con la massima disciplina; a volte non vedo oltre le gambe qualche metro più avanti. Non mi giro mai, e questa è una novità. Non sento il peso di nessuna performance da sostenere, e voglio lasciare il corpo libero di dialogare con la mente in tutte le modalità possibili, consce ed inconsce.

Penso di poter accelerare, ma non lo faccio. Ho davanti a me il compagno di squadra Roberto Mastrosimone e decido di seguirlo, immaginandolo come una safety-car. L'andatura è perfetta, la temperatura anche, il cielo è quasi completamente azzurro e questo lo registro in una delle salite dove alzo lo sguardo e vedo che qualcuno taglia anche le curve, senza sapere che porta a casa solo fango morale.

Poi sento la presenza di Max Nanotti che mi raggiunge a metà gara. Lo saluto, lo attendo, ma lui non si affianca e capisco che si accoda per mantenere la scia e non per andare in progressione.

Ora corro, ma non sento nulla: né fatica né rumori. La strada è così varia che non ho tempo di ragionare. Mi perdo in questa sospensione. E' qui che il tempo rallenta. Non ho cognizione dello sforzo, non ho pensieri di supporto. Qui sono solo con me stesso, nudo di fronte al puro movimento, allo spostamento verso il traguardo di qualcosa che mi appartiene. E sono felice. Non è una lettura, ma una scrittura di me, su questa terra.

Mi devo svegliare, ho deciso di scattare all'ultimo chilometro. La corsa è data per 8,5 km: un'occhiata all'orologio e vedo che ci siamo quasi. Mi preparo, ma scopro che il traguardo è poco più avanti, a meno di 500 metri. Dunque si chiude a poco meno di 8 km ora penso, e mi chiedo lo slancio. Parto e inizio a bruciare uno, due, quattro o cinque podisti davanti a me, ma poi sento che non c'è più energia e mi metto a ridere pensando di vedermi ripassare. Stringo i denti e mi sopporto fino al traguardo... che fatica gli ultimi 100 metri!

Chiudo con una media di 4'09" al chilometro, che mi soddisfa moltissimo, al quinto posto tra i compagni di squadra oggi presenti.

Aspetto Gabriele che non ha forzato per evitare risentimenti muscolari che lo assillano da settimane e stringo la mano a Raffaele, che già mi aspettava sorridente al traguardo. Ora il trio è ricomposto e si va all'attacco delle crostate offerte dall'ottima organizzazione dei donatori di sangue.


Ecco la classifica di squadra, ed i relativi tempi registrati da Pietro Lorusso:

1. Giuliano Moretti: 29' 19"
2. Domenico Robbe: 30' 27"
3. Fabio Crepaldi: 31' 07"
4. Raffaele De Luca: 31' 13"
5. Mariano Biagi: 32' 14"
6. Roberto Mastrosimone: 32' 33"
7. Massimiliano Nanotti: 32' 50"
8. Francesco Sansonne: 33' 32"
9. Gabriele Cavaliere: 33' 43"
10. Ennio Moscato: 34' 25"
11. Andrea Buscemi: 36' 07"
12. Diego Zorzan: 37' 18"
13. Alberto Colbertaldo: 38' 00"
14. Magda Raciti: 40' 28"
15. Roberto Pegoraro: 41' 14"
16. Vincenzo Congiu: 43' 26"
17. Aniello Damiano: 45' 46"
18. Salvatore Aiello: 47' 17"
19. Giuliana Borbone: 55' 13"



24/06/2012 – Gara La Mandria 

La Mandria è migliaia d’ettari d’area protetta e decine di chilometri di mura di cinta. E’ migliaia d’alberi e decine di cavalli. Un museo, una scuderia, una cascina e tanti motivi per correre, camminare, isolarsi dal mondo o socializzare.

Una mandria d’insiemi equipotenti d’atleti di più squadre erano già pronti a mischiarsi e a sfidarsi, questa mattina presto-calda e umida d’estate. Il parco ha ritrovato i suoi colori innaturali, quasi come alla fine dell’Ottocento, nei costumi dei reali.

La gara, tracciata in un’area del parco equivalente a circa un trentesimo del verde complessivo, prevedeva due giri di circa 5,4 km ciascuno. Poco meno di 11 km di terra battuta e pietre a volte un po’ scivolose nella parte bassa e rami verdi a foglioline ombreggianti nella parte alta del percorso (sopra la testa). Qualche tratto in aperto prato e un trattino su asfalto bianco. Tutto così, fino alla chiusura dell’anello: cinquecento metri di salita impegnativa, da ripetere in ciascun giro.

Una corsa per nulla noiosa, soprattutto per gli amanti dei sensi: colori, odori, rumori per tutti i gusti. Nel vagare disomogeneo abbiamo masticato moscerini e insetti di piccola taglia, incuriositi da tante nuove creature imbizzarrite e senza ritegno per affanni e sudori.

Nella bocca del verde prato ho sentito dire che la felicità è semplicemente entusiasmo meno aspettativa. Con più entusiasmi e meno aspettative si arriva lontano, verso i traguardi più importanti, nella vita e nello sport. E non serve aver meditato “il libro dell’inquietudine” di Pessoa; basta agire e costruire con la forza di un sogno, personale o collettivo. E scegliere, e crederci.

Questa sensazione aleggiava nell’aria. Ci ha “rapìti” nell’attesa della partenza (che tardava) e nella confusione dell’arrivo (che sudava). Ci ha rapiti come “wapiti”, i cervi canadesi, che furono introdotti con caparbietà in questo parco per rincorrere un altro sogno, esattamente 150 anni fa. Ora gli esemplari di wapiti si dice siano estinti, ma qualcuno m’è sembrato di vederlo correre davanti a me, forse con una livrea sponsorizzata, certo con una simile falcata. E forse era anche della nostra Atletica, che sì è dimostrata all’altezza delle aspettative.

Al decimo posto assoluto è giunto al traguardo il nostro Luciano Lacerenza, davanti a Giuliano Moretti: a loro i primi due applausi.

A sette atleti della Certosa, altri applausi per i piazzamenti nei primi dieci di categoria.

Di seguito la classifica rilevata dal sito UISP:

1) Luciano Lacerenza:                40’52’’ (piazz. 2° cat.)
2) Giuliano Moretti:                   41’26’’ (piazz. 2° cat.)
3) Domenico Robbe:                   41’57’’ (piazz. 2° cat.)
4) Gianluca Bergonzo:                43’29’’ (piazz. 5° cat.)
5) Raffaele De Luca:                   43’53’’ (piazz. 6° cat.)
6) Luca La Sana:                         44’21’’ (piazz. 8° cat.)
7) Gabriele Cavaliere:                 44’31’’ (piazz. 9° cat.)
8) Mariano Biagi:                         45’47’
9) Massimiliano Nanotti:            46’33’’
10) Roberto Mastrosimone:       47’04’’
11) Ennio Moscato:                      47’53’’
12) Marco Bisterzo:                     49’04’’
13) Marco Tommasin:                50’05’’
14) Diego Zorzan:                        50’54’’
15) Francesco Sansonne:            52’15’’
16) Franco Gallina:                     53’18’’
17) Andrea Buscemi:                  54’31’’
18) Vincenzo Congiu:                  59’46’’
19) Aniello Damiano:                   1h 07’17’’
20) Nicola Zunino:                      1h 08’29’’
21) Laura Bosco:                        1h 10’13’’
22) Giuliana Borbone:               1h 17’20’’

E' stata l’ultima gara prima della pausa estiva.

Ora bisogna correre per arrivare a settembre, ma senza fretta. Questa è l’unica ricetta!


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27/05/2012 - Gara GTT-CRAL

Oggi abbiamo corso su un pezzo del bordo nord-est di Torino, laddove l’affluente Stura si innesta nel Po come una grossa arteria, formando un abbozzo di girandola a tre rami azzurri fotografati su sfondo verde, il parco fluviale cittadino, nella zona del parco Pietro Colletta.

Otto chilometri su percorso sterrato del parco, con tracciato altimetrico privo di salite o discese rilevanti. Quasi una lucertola, la forma vista dall’alto. Due zampette sulla sponda collinare del Po non sono state disegnate. Il corpo perfettamente adagiato sulla sponda in risalita del fiume, la testa in direzione di Pino Torinese.

Il meteo incerto e caldo, ma sopportabile. Non c’è storia per chi corre rilassato, ma non si poteva fare altrimenti, almeno per i primi chilometri.

La partenza, nel bel mezzo d’un prato, è coreografica. Il Fiume osserva le tante lucertoline da corsa e il sole ne riscalda le superfici ed i corpi compressi in attesa dello sparo. Il gesto attende la sua ora, mentre un megafono da regista annuncia le difficoltà del percorso. Ci sono curve strette, ponti e tratti a doppio senso in cui potersi riconoscere, in anticipo o in ritardo, ma riconoscere e salutare. E’ un frangente molto importante, un tratto campestre che allunga la vista e fa provare quel senso d’appartenenza alla corsa, di passione per la corsa che riempie gli spazi spirituali e affonda nell’anima più che nel fango.

Perché la corsa è una disciplina spirituale. C’è meditazione, preghiera, digiuno. Ci sono i maestri, i guru, gli allievi. Ci sono i testi sacri, le tabelle. C’è un percorso iniziatico da seguire, delle prove da superare per raggiungere un livello prestabilito. L’anima della corsa ha due fasi: una è di crescita interiore, l’altra è di manifestazione del risultato nell’esperienza quotidiana del mondo. La crescita è allenamento, è tempo vissuto in allenamento. E’ mediazione corpo-mente, sempre in equilibrio tra coscienza, istinto e muscoli tesi nello sforzo. La manifestazione è gara, è tempo impegnato per cambiare qualcosa, un lavoro, una vita, un risultato.

La corsa cambia noi e noi cambiamo la corsa.

E così, tutti ammassati alla partenza, ci trasformiamo nel grande ramarro che si allunga sul fiume per catturare con la lingua mosche e moscerini. Motorini di varie cilindrate, onde di respiri sovrapposti al canticchiare di volatili di ogni genere. Molta gente ci osserva. Qualcuno si accoda, si accorda. Si trasforma nel verde rettile che lo anima, senza saperne di più, quanto profondamente sia già parte di chi può cambiare il mondo, partendo da se stesso e dalla propria corsa.

La corsa verde, per la nostra Atletica, è stata un’impresa collettiva: ventiquattro giunti al traguardo. Tutti motivati ecologisti, e con la lingua penzoloni.

Bravissimi sono stati: Luciano Lacerenza (15° assoluto e 1° di categoria) che bissa il successo della scorsa domenica, Giuliano Moretti (20° assoluto e 4° di categoria) e il presidente Domenico Robbe (30° assoluto e 2° di categoria), i primi tre nostri Atleti. Tutti nell’arco di un solo minuto.

Alle spalle del presidente Fabrizio Gatti, e poi Gianluca Bergonzo, Luca La Sana e Raffaele De Luca, in un altro minuto.

Di seguito, la classifica completa:

1) Luciano Lacerenza: 30'11"
2) Giuliano Moretti: 30’34”
3) Domenico Robbe: 31'13"
4) Fabrizio Gatti: 31'15"
5) Gianluca Bergonzo: 31'56"
6) Luca La Sana: 32’08”
7) Raffaele De Luca: 32'10"
8) Alessandro Cristofoli: 32’25”
9) Roberto Mastrosimone: 33'12"
10) Gabriele Cavaliere: 33’31"
11) Mariano Biagi: 33'55"
12) Max Nanotti: 34’10”
13) Francesco Sansonne: 34’34”
14) Andrea Maggi: 34’38”
15) Ennio Moscato: 35’02”
16) Marco Tommasin: 36’52”
17) Andrea Buscemi: 37’08”
18) Vito Amadio: 37’56”
19) Salvatore Aiello: 40’51”
20) Vincenzo Congiu: 43’05”
21) Giuseppe Sammartano: 45’12”
22) Aniello Damiano: 46’17”
23) Nicola Zunino: 48’27”
24) Giuliana Borbone: 57’49”


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20/05/2012 - Gara Borgaro
Oggi si trattava di correre, a Borgaro, la "Festa insieme" valida per il campionato regonale UISP su strada. Nove chilometri e settecento metri su percorso misto, con dislivello di circa 40 metri lentamente affrontati dopo un tratto pianeggiante di tre chilometri, per tre chilometri, prima del ritorno in discesa al traguardo.

La fantasia scalcia, e non riesco a descrivere il tracciato senza notare - dall'alto - la volontà di contenerci in un disegno anfibio che è proprio uguale ad una rana con la lingua ripiegata e appena lanciata in direzione di Caselle, forse a catturare un volo AZ della flotta nazionale in fase di atterraggio.

In pratica, abbiamo corso sul contorno di una grossa rana con la lingua fuori, in direzione antioraria, partendo dal fondo di Borgaro e spingendoci fino a lambire il lago "L'isola dei pescatori", nei pressi di Villaretto: il lago pare una chiazza di urina del grosso anfibio (non saranno felici i gestori che promuovono giornate di pesca delle carpe grosse come foche).

Per gli storici, nel lungo tragitto sterrato siamo passati accanto alla zona del "Castello di S. Cristina", un tempo cascina di un nobile francese venuto a cercare fortuna al servizio sabaudo, con le truppe al seguito di Madama Reale Cristina di Francia, poi riempita di oggetti preziosi e dipinti, e oggi privata residenza in decadenza.

La grossa rana si è fatta accarezzare dal meteo, umido come lei, ma clemente. Non ha fatto balzi improvvisi, ha solo gracidato per trecento o quattrocento volte, tante quante le coppie di scarpette che l'anno pestata, nella regolarità della corsa.

Ricordo una tirata senza ostacoli, senza troppi rumori, senza eccessivi profumi, senza spallate dall'esterno. Solo voci interiori, come sempre: parole affettuose dallo stomaco, cartoline tra i raggi dei polmoni, rumorosi, e vere dichiarazioni d'amore. Voci di passioni e sacrifici per colmare le distanze tra isole e continenti, zolle d'erba e stradoni, quotidianamente attraversati nelle corse e nelle vite. Voci diffuse dai megafoni ad incitare le budella degli atleti, fintamente all'esterno, ma realmente sgorgate nell'intimo di  chi è felice di sorprendersi ancora. Un vincente. Felice della sua immagine che l'inconscio consegna, nello sforzo, agli altri vincenti uomini, sudati.

L'Atletica La Certosa oggi ha espresso venti atleti, nelle varie categorie, tutti meritevoli.

Bravissimi sono stati: Luciano Lacerenza (13° assoluto e 1°di categoria), Fabrizio Gatti (30° assoluto) e Gianni Giglio (32° assoluto e 5° di categoria), i primi tre nostri atleti.

A pochi secondi, in un minuto, altri quattro atleti, tutti nei 37': Alessandro, Domenico, Gianluca e Fabio.

Per un soffio, Raffaele (Scuty) non aggancia i top runner, ma la corsa, per lui, è appena cominciata. 

A seguire, Roberto in netto miglioramento. Poi il cugino Gabriele (Arvy) che oggi mi ha staccato di 16 secondi. Dopo di me, Max per il solito soffio, ma stavolta non in volata: tutti noi tra il 38° e il 39° minuto.

Il cugino Vito mantiene un ritmo lento e distaccato. Vogliamo rivederlo combattere sotto i 4'20" al chilometro.

Di seguito la classifica completa:

1) Luciano Lacerenza:      35'29"
2) Fabrizio Gatti:                36'46"
3) Gianni Giglio:                 36'47"
4) Domenico Robbe:         36'49"
5) Alessandro Cristofoli:  37'01"
6) Gianluca Bergonzo:      37'33"
7) Fabio Crepaldi:               37'47"
8) Raffaele De Luca:          38'01"
9) Roberto Mastrosimone:    38'59"
10) Gabriele Cavaliere:            39'08"
11) Mariano Biagi:                     39'24"
12) Max Nanotti:                       39'31
13) Vito Amadio:                       44'06"
14) Salvatore Aiello:                 47'57"
15) Vincenzo Congiu:              50'21"
16) Pietro Lorusso:                   53'02"
17) Damiano Aniello:               54'34"
18) Laura Bosco:                       57'21"
19) Giuliana Borbone:             1h04'00"
20) Carmelo Stivala:                1h04'40"

Passo il taccuino a Max, come sempre acuto osservatore, quasi sempre davanti a me, a volte al mio fianco. Raramente alle spalle. Ma sempre largo di vedute!

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13/05/2012 – Gara Piossasco

La corsa di oggi è la 20° edizione della “Camminata per la vita” di Piossasco, prova di campionato regionale UISP.

Nove chilometri e seicento metri su percorso misto, con tracciato altimetrico praticamente sinusoidale, due chilometri in salita, due chilometri in discesa, poi un chilometro e mezzo di pianura e quindi nuovamente due chilometri in salita e due chilometri in discesa. Nel doppio periodo, un dislivello complessivo di centoquaranta metri, spezzato in due onde collinari di settanta metri.
Questo visto dal basso, con molta tecnica da polso. Mentre dall’alto, il percorso appare come il contorno di un topolino che si è mangiato il paese di Piossasco, con una lunga codina che termina proprio nel centro cittadino, inizio e fine della gara. Il topolino viene disegnato dalle nostre scarpette in senso orario: si percorre la coda lunga tre chilometri e poi la sagoma quasi ovale del roditore con la punta del naso rivolta a Cumiana, ritornando verso la coda, dopo aver accarezzato le pendici del monte San Giorgio.

Il tempo era la variabile indipendente della gara. L’aria scandinava minaccia una discesa da nord-est, e ora contribuisce ad elettrizzare i muscoli ed i pensieri, da unire per ripararsi dall’imminente ventata di fatica.

Perché so che la corsa di oggi è dura, durissima. Ricorda un personaggio storico del luogo, inventore Alessandro Cruto, alle prese con il tentativo di creare il diamante sintetico. La cosa interessante è che durante i suoi esperimenti ottenne un filamento di grafite purissima che si dimostrerà utile per la costruzione di nuove lampadine. E grazie a lui, il 16 maggio 1883 Piossasco diviene la prima cittadina italiana e anche europea ad essere illuminata con lampadine elettriche ad incandescenza. Evviva la durezza del genio italiano, che abbondava nel passato, ora equilibrato dalla mollezza di ritegno sia di genio che di sdegno…

E così Piossasco si illumina di lampadine umane a basso consumo ed alta efficienza, un po’ ingombranti, che si spostano come lucciole impazzite, a giudicare dalle espressioni che leggo nei volti impegnati a staccarsi da terra, come in un antico sogno, con tutto il resto del corpo, invano...

Ci si avvita, nella corsa come nell’esistenza, in modi differenti, spesso solitari, tutti desiderosi di raggiungere quella felicità che sempre corre più veloce di noi.

E poi ci si illumina, quando la corrente dei fiatoni si muove per la tensione delle gambe. E la potenza si trasferisce a chi supera, asincrono, e scorre via come altro motore umano, altra gabbia, in cui circolano densi tanti desideri.

Le nostre lampadine si sono un po’ spente all’arrivo, sotto l’inizio della perturbazione annunciata. La pioggia ha lavato le discussioni all’aperto. I racconti sono stati dimezzati e la solitudine dell’esperienza personale durante la gara è rimasta un pò troppo confinata.

Per la nostra Atletica, ha pesato l’assenza del Presidente e dei suoi aperti sorrisi. Il gruppo si è chiuso nell’autolavaggio dell’arrivo. Prima Giuliano Moretti e poi tutti gli altri, in successione che sarà registrata dai chips.

La gara che ricordo è quella di Gabriele alla ricerca della forma perduta, di Raffaele che procede con determinazione verso il top-running, di Max che mi affianca, mi supera, poi lo affianco e lo supero, mi riprende a duecento metri dal traguardo e ci abbandoniamo alle primitive sfide dell’uomo nella savana, per uno sprint animale. Roberto mantiene il ritmo e finisce alle nostre spalle, ma tutti in una manciata di secondi, appena iniziato il 41° minuto.

Ma prima di noi sono già arrivati: Gianni, ottimo secondo di squadra, Gianluca, Fabrizio, Luca e Fabio.

La classifica sarà inserita appena disponibile (dal sito Atletica Uisp).
Come sempre, invito Max a descrivere le cose con i suoi occhi vigili, e lo ringrazio delle letture che mi ha consigliato, da cui traggo la massima notissima di Appio Ceco: ”Ogni uomo è artefice del proprio destino”.

Non lasciamo che il destino scelga a casaccio.

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06/05/2012 – Gara La Loggia

La corsa di oggi è la 20° edizione della “StraLaLoggia”, prova di campionato regionale UISP. Circa nove chilometri su percorso pianeggiante, tracciato veloce e abbastanza rettilineo, con qualche leggera salita. Il tempo è perfetto, né caldo né freddo e tanti sono gli sportivi di ogni età, soprattutto nelle categorie giovanili che qui si ritrovano gioiosi e colorati.

La Loggia costituiva una via obbligata di transito per coloro che provenivano dal marchesato di Saluzzo o dalla Liguria e quindi il nome della Loggia potrebbe derivare dal gallico “logis” e significare "alloggio". Così come gli stallaggi per i carrettieri provenienti dal sud, ancora presenti nei ricordi della gente del posto, potrebbero essere all’origine del nome di Carignano, alcuni chilometri più a sud.

Con l’occhio del podista, vedo proprio che La Loggia è una città dormitorio. Nel suo codice genetico c’è la predisposizione per essere un luogo di transito, o di riposo. Nella piana, con la collina a vista, La Loggia è un luogo in cui “si arriva da altrove, diretti verso l'altrove”.

La partenza dal centro è movimentata e ritardata di 15 minuti. Si corre su e giù, altrove appunto, come in attesa di una prescrizione medica. Poi niente sparo, niente inno nazionale (quello dello scorso anno), niente rigorosa pressione dei giudici... Solo due sorrisi, un paio di braccia aperte e un fischietto rauco che segnala il via. La via maestra in cui tutto è scritto - per il podista - e tutto è detto, sulle pietre e sull’asfalto, sulla ghiaia, tra un salto e l’altro.

Sono sempre le stesse parole incomprensibili quelle che sgorgano dall’ansimare di chi corre. Io non le ripeto più, me le tengo dentro e mastico una gomma per evitare che la lingua si incolli al dizionario impoverito e ne strappi ancora qualche pagina indispensabile…

Dopo il primo chilometro, si corre il grande anello del tracciato su terreno sterrato, ben battuto, poche pozzanghere e molto spazio tra casolari, prati e poi il canale che corre parallelo al Pò, facendone un bypass di circa 5 km (tra Moncalieri e il sud di La Loggia).

In effetti, l’azzurro era un po’ verde oliva, ma il verde non era marrone. Tutta la vegetazione stava respirando e filtrando quell’aria metropolitana che appariva più sana del normale.

La corsa è stata la seconda “eco-edizione” della gara podistica “Corri al Parco della Confluenza con il CRAL GTT”, prova di campionato regionale UISP.

Lungo il canale si parla con se stessi. Si sfilaccia il corpo degli atleti e si intravvede il più veloce, alla testa di una grossa anguilla di magliette variopinte. Qui si percorrono i tre chilometri più naturali e semiselvaggi, pensosi e pescosi (se si potesse). L’acqua è pulita, ma il fondo è scuro e questo assorbe anche le energie dei nostri sguardi. Chiudo gli occhi e vedo delle carpe, degli storioni e delle tinche che non sono sicuro di distinguere dai gatti nostrani… Poi li riapro e ammiro delle splendide ninfee. Il verde finisce rapidamente travolto dopo il ponte sul canale che apre all’ultimo terzo della gara.

Il rientro è marrone. C’è chi si ferma perduto. Chi vomita. Sento la pesantezza sopraggiungere, e Max che mi raggiunge. Oggi Gabriele è stanco. Ha perso il ritmo al quinto chilometro, mentre Raffaele “cappellino” allunga e sparisce dalla mia vista, andando a chiudere nei top-runner la sua prestazione. E Roberto è sempre lì davanti a me, lima secondi ad ogni gara: prima o poi riuscirà a segare quelle benedette sbarre e fuggire dalla sua prigione (i 4 minuti al chilometro).

All’arrivo, come alla partenza, il caos.

La classifica è questa.:

1) Giuliano Moretti: 31:52
2) Gianni Giglio: 34:18
3) Fabio Crepaldi: 34:26
4) Luca La Sana: 34:34
5) Raffaele De Luca: 35:04
6) Gianluca Bergonzo: 35:16
7) Roberto Mastrosimone: 36:14
8) Max Nanotti: 36:26
9) Mariano Biagi: 36:36
10) Francesco Sansonne: 37:08
11) Gabriele Cavaliere: 38:04
12) Marco Bisterzo: 38:32
13) Andrea Maggi: 39:44
14) Andrea Buscemi: 40:16
15) Francesco Ilardi: 40:38
16) Marco Tommasin: 40:54
17) Alberto Colbertando: 40:58
18) Vito Amadio: 42:52
19) Salvatore Aiello: 46:04
20) Vincenzo Congiu: 47:58
21) Aniello Damiano: 50:44
22) Laura Bosco: 54:08


Gianni May 6, 2012
Grande Mariano, è sempre un piacere leggere il tuo punto di vista sulle gare, mi sembra di prendere un deltaplano e volare su tutti voi che correte e osservarvi e anche capire i vostri pensieri. Non è proprio da sportivo il pacco gara di ieri, ma un sorso di vino si fa molto volentieri, ciao e a presto.


Vito e GianniMay 7, 2012 Grande Mariano,ti rubo le bellissime foto :-)
Tu, Max, Gianni, Gabriele, Roberto e Raffaele siete un bel gruppetto. Aandate forte, mi complimento con voi, in attesa di potervi raggiungere.
A domenica, ciaooo


marianorunMay 7, 2012
Vito, ti aspettiamo!
Recupera in fretta, insieme ad Andrea. Trovate il tempo, la voglia e la concentrazione... So che non è facile, ma insisto: sono convinto che ciò che si dà alla corsa (tempo, impegno, fatica...) venga restituito come altra forma di energia, più pura e concentrata!


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29/04/2012 - Gara di None

“Non una cosa che faccio, ma una cosa che sono. Questa è la corsa” (Wayne Dyer)

Non facciamo chilometri, ma “siamo” i chilometri che facciamo. Non apriamo falcate, ma siamo a mezz’aria come falchi pellegrini, in cerca dell’essere corsa di cui nutrirci. E avere qualche ragione per credere che insieme al vento si possa essere aquiloni trascinati dalle mani di un bambino che ancora corre insieme a noi…

Insieme a noi, che oggi “siamo stati” il “Memorial Stefano Ferraris di None”, prova valida come gran premio provincia di Torino, Fidal e Uisp, di 11,6 km. E abbiamo generosamente speso - come ragazzini - tutte le energie possibili e immaginabili.

Il percorso è lo stesso degli anni precedenti. Un paio di chilometri in direzione sud-ovest fin fuori il paese su strada asfaltata pianeggiante, e poi un anello di circa 7 chilometri o poco più da infilare in mezzo a prati, campi e qualche cascina in lontananza, su sterrato carrozzabile e ghiaioso.
La pioggia delle ore precedenti la partenza ha reso più duro l’anello: non brillante, senza sole, ma prezioso tracciato nelle sfaccettature di una terra fertile, dai colori tenui e senza fiori. Si respirava il sudore delle zolle salire sotto l’erba e correre anche contro vento. Si sentivano i respiri sudati e infangati colare dalle cosce e tante piccole pozzanghere prosciugarsi nelle suole impregnate di marrone, battute e ribattute al suolo.

Il suono del tamburo chilometrico elettronico da polso anche gli occhi percorrevano un anello intorno al collo per fissare la cifra del gioire o del soffrire, nel cervello. E intanto il tempo cambiava, volgeva al bello, ci cambiava ad ogni passo tenuto verso il traguardo… che non arrivava mai!

Finalmente di nuovo asfalto e di nuovo l’immagine dei cannelloni mangiati da Gabriele e Raffaele riappare sul mio schermo. Nuova energia? E’ solo un miraggio. Li vedo in lontananza… Il Presidente sarà già arrivato, così tutti i più forti...


E tutti siamo forti, ma la nostra classifica parla così, dei primi venti:

1) Giuliano Moretti: 42:45
2) Domenico Robbe: 45:04
3) Gianni Giglio: 45:34
4) Carlo Gobetti: 46:46
5) Raffaele De Luca: 47:48
6) Gabriele Cavaliere: 48:24
7) Alessandro Cristofoli: 48:34
8) Massimiliano Nanotti: 49:04
9) Roberto Mastrosimone: 49:06
10) Mariano Biagi: 49:24
11) Francesco Sansonne: 50:10
12) Andrea Maggi: 51:06
13) Ennio Moscato: 51:18
14) Marco Bisterzo: 52:08
15) Marco Palmitessa: 53:14
16) Andrea Buscemi: 54:22
17) Diego Zorzan: 55:10
18) Vito Amadio: 55:16
19) Alberto Colbertaldo: 56:52
20) Roberto Pegoraro: 1h:01:18

Seguono le categorie più nobili: Aiello, Sammartano, Damiano, Lorusso e Giuliana Borbone, unica rappresentante femminile dell’Atletica oggi presente.

Seguono sguardi felici, stretti nelle mani di uomini che hanno saputo soffrire per gioire, e foto, e spartizione dell’ottima cioccolata fondente guadagnata dalla società, l’Atletica La Certosa, oggi classificatasi quinta! Evviva!

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18/03/2012 - Cross Trofarello (bis)

La gita a Trofarello, borgata Rivera, è un ritorno alla Natura: terra, erba, fieno, stalle abitate da luce e da spazi di memoria che respirano ancora con il fiatone dell’infanzia. Odori e colori fedeli alle tonalità delle piume di gallina che svolazzano nell’aria e raccolgono la polvere di mais. Il letame si solleva e corre immaturo lungo le stradine, affianca i canali e si affaccia a mezz’aria ad osservare il paese in lontananza...

La folle corsa, come quella cantata da Battisti, è di tutti gli elementi all’apparenza immobili, nascosti e infreddoliti dietro l’umida domenica di marzo, a riflettere su qualche tenero raggio di sole. Anche i trattori sognano la folle corsa con l’aratro. Anche le mucche pregano la folle corsa della mungitura... Tutti hanno fede e cantano come Lucio: “se la mia voce non ha più eco / se nei miei occhi è sceso un velo / se nel mio mondo non c’è più cielo / allora tu, dammi la fede persa / tu, l’azzurro in cuore versa...”

Sognano tutti la folle corsa, compresi gli Atleti che si sono ritrovati in questo mondo antico (e futuro) per una classica del podismo di zona: il cross di 6 km che a gennaio ribatte duro in terra o in neve. Ricorre, ora, laddove le voci non avevano eco e tra gli occhi era sceso un velo...

Tutti, come sempre, alla sofferta ricerca dei propri limiti, del proprio cielo; di quell’azzurro che con la fede e lo sport c’entra sempre. Si invoca la fede, ma solo per il tempo necessario a colorare nuovamente, di sangue nobile, il proprio cuore.

Ci si riversa sul traguardo con il cuore ripetente in ogni parte del corpo. Si rimanda il respiro, si zittisce la salita (che pare sfottere) tra due ali di vite che applaudono e osservano e rivivono con altri occhi la passione, lo slancio, la tenacia, lo sforzo, il cedimento, il sorpasso. Il tempo e la gioia di quel momento, impagabile anche per l’ultimo dei dilettanti.

Ho vissuto la gara di questa mattina intensamente. Alla ricerca della voce dell’anima più naturale e profonda possibile. La voce di una valle dei cavalli, tra i figli della terra e lo spirito di gruppo.

C’era lo spirito dell’Atletica La Certosa a salutare, incoraggiare, sfidare, gareggiare e trascinare al traguardo tutti noi. La corsa è stata una pausa di silenzio e riflessione nel mezzo di un “gazebo” di schiamazzi mattutini e scambi di sguardi e strette di mano, tra una schiena sudata, un accappatoio e il minimo spazio per le manovre sopra i borsoni.

Nella dimensione globale, la trentaduesima edizione del Trofeo Zurletti & Nimbo e quinta prova del Trofeo Piemonte di Cross ha visto la partecipazione di oltre 700 atleti. Il miglior tempo è stato quello del giovane Roberto Catalano (19’18”, Cus Torino), già vincitore del Cross di Borgaretto; alle sue spalle Andrea Pelissero (19’46”, Atl. Susa) e Abdessamia Mountasser (20’07”, Pod. Tranese).

Nella dimensione di squadra, eravamo in 17 schierati alla partenza, nelle varie categorie.

Il miglior tempo assoluto è stato anche oggi quello di Giuliano Moretti che ha confermato, con il piazzamento di categoria, la sua splendida forma fisica.

Ad un solo minuto da Moretti, ecco spuntare Andrea Maggi, che ha sorprendentemente accelerato nel processo di rientro e di recupero da tempo programmato. Una grande prestazione da confermare nelle prossime gare: il suo morale è alle stelle… e lo si può ben comprendere visto che tra qualche giorno la sua vita non sarà più la stessa (papà!).

Al terzo posto, un soffio dopo, c’è il presidente Domenico Robbe, forte e caparbio come sempre: un vero combattente su strade, prati e viali alberati…

Gianni Giglio segue come sempre sui ritmi dei migliori: non molla mai la testa dei primi cinque, tra cui, sorprendente, Raffaele De Luca e poi, ancora sorprendente, suo cugino Gabriele Cavaliere. Corrono come fossero in tandem, i cugini. Si allenano, si motivano, si alimentano e poi si migliorano! C’è solo Vito che non ha ancora completato il percorso della piena ripresa e “arranca”, come mi ha commentato a caldo.

Gli altri sono in classifica. I tempi sono indicativi se confrontati anche con le rispettive categorie.

1) Moretti Giuliano 22:33 - P
2) Maggi Andrea 23:35 - P
3) Robbe Domenico 23:39 - P
4) Giglio Gianni 23:50
5) De Luca Raffaele 24:15
6) Cavaliere Gabriele 24:27
7) Mastrosimone R. 25:10
8) Biagi Mariano 25:20
9) Moscato Ennio 26:00
10) Mariniello Giuseppe 26:48
11) Sansonne Francesco 27:03
12) Amadio Vito 27:20
13) Buscemi Andrea 28:26
14) Congiu Vincenzo 32:28
15) Lorusso Pietro 33:33
16) Aiello Salvatore 34:00
17) Damiano Aniello 34:56


___________ __4km________
1) Borbone Giuliana 26:00

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04/03/2012 – Gara Trana

Oggi tante vite diverse si sono unite nella corsa di primavera: evviva Trana! Diverse nei colori della vita, dalla vita in su, dalla cava di partenza al “Centro per cento” dell’arrivo; dall’inizio alla fine dei chilometri, dalla memoria di oltre seicento tracce musicali…

Perché in mezzo, Dalla (Lucio) si poteva sentire distintamente: “Il regista, il ragazzo, il dentista, il taxista, la ragazza, la star, scaraventati in mezzo al traffico”… L’autista, il precario, l’operaio, il bancario, i pensionati, le star, scaraventati in mezzo al battito… Unico e grande, sogno di tutti noi…

“E tutti quanti ad aspettare, a cercare di fermare / questa vita che passa accanto e con le mani ti saluta e fa bye bye”… Meri Luis, tra le vigne e i frutteti, finalmente ha deciso che la corsa è bella, ha abbassato gli occhi e si è lasciata andare… Nelle discese, più che nelle salite…

In mezzo all’ansimare, i trilli dei GPS, ma anche le tracce di qualche vecchio LP. In una salita, però, non ho sentito più nulla: quella riga d’asfalto bagnato aveva ingabbiato la puntina, chiuso gli occhi (della dialettica) dell’immaginario, avvicinato all’apocalittica settima luna…

“Conosco un posto nel mio cuore / dove tira sempre il vento / per i tuoi pochi anni e per i miei che sono cento / non c'è niente da capire, basta sedersi ed ascoltare”. Per fortuna uno scossone nella discesa, a 33 giri, ha ritrovato il graffio in molti cuori dove tira sempre un lento, per i pochi anni di podismo, in attesa di un accento. O di un acconto, per arrivare al fondo di se stessi, dell’energia, del canto, ma senza pagarla troppo Cara.

“Tu corri dietro al vento e sembri una farfalla / e con quanto sentimento ti blocchi e guardi la mia spalla”. C’è chi corre da stambecco, da capretta o rimbalza come una palla, una pecora smarrita dietro al vento, ma con quanto sentimento! “Io lì sotto ero uno sputo e ho detto "olè'" sono perduto”. Ho guardato i miei compagni e ne ho visto le magliette… “lontano, si ferma un treno / ma che bella mattina, il cielo è sereno…”.

E’ quasi arrivo, è quasi Mambo “dov'è quel cuore, dov'è datemi un coltello, un coltello per favore”… Questa sera sarà la Sera dei miracoli… “Lontano una luce diventa sempre più grande / nella notte che sta per finire / e la nave che fa ritorno, per portarci a dormire”. Buonanotte anima mia…

La gara di oggi è stata così, un saliscendi per la fantasia, magari ad un ritmo inconscio, in un viaggio con se stessi, tra l’inconscio degli altri, nei vicoli di passaggio della strada, in fila indiana verso il nostro west…

L’Atletica La Certosa ha espresso 23 atleti, di cui uno (Vito) presente senza corsa per una contrattura alla coscia. Tra la selezione dei 22 partiti, segnaliamo due nuovi pettorali: Carlo Gobetti e Antonio Da Lima (detto Tony). A loro il nostro “benvenuto” nel mondo delle corse con La Certosa!

La classifica Fidal vede il nostro atleta Giuliano Moretti salire alla 13° posizione assoluta su 628 arrivati al traguardo. Bravissimo!!!

Il presidente Domenico Robbe ha corso veloce, ed è arrivato tre minuti dopo Giuliano. Gianni Giglio, ottimo terzo, dovrà continuare ad allenarsi: il nuovo Carlo Gobetti è stato magnifico quarto alle sue spalle, subito prima di Gianluca Bergonzo, nostro campione regionale al primo impegno stagionale.

Eccellente il recupero di Raffaele de Luca, entrato a far parte dei migliori, finendo i 9,5 km di gara sotto i 40’. La stoffa c’è; ora occorre solo il duro lavoro d’allenamento!

Gabriele Cavaliere non ha agganciato il cugino Raffaele, ma la sua prestazione è stata molto buona. L’ho visto sgusciare via in salita, al 4 km. Ho pensato di poterne controllare la fuga, ma non è stato così: sono arrivato 27 secondi dopo di lui. Una manciata di secondi che bruciano tantissimo, perché il bilancio di una sfida tra noi, in allenamento e alla partenza…

Andrea Maggi non ha espresso il meglio di sé, ma è solo questione di allenamento. Quindi, si vorrebbe rivedere l’Andrea di Scarmagno o della Pellerina.

Tra i primi dieci finisce anche Francesco Sansonne, in evidente ripresa.

Per gli altri, come scrive Vito nel suo blog “icuginichecorrono”: “c’è una sola parola d'ordine: non mollate mai!

Di seguito, la classifica con i nostri tempi:

1) Moretti Giuliano 35:23
2) Robbe Domenico 38:28
3) Giglio Gianni 39:05
4) Gobetti Carlo 39:07
5) Bergonzo Gianluca 39:11
6) De luca Raffaele 39:50
7) Cavaliere Gabriele 41:26
8) Biagi Mariano 41:53
9) Maggi Andrea 42:08
10) Sansonne Francesco 42:30
11) Mastrosimone R. 42:59
12) Nanotti Max 43:00
13) Moscato Ennio 43:04
14) Mariniello Giuseppe 44:00
15) Buscemi Andrea 45:45
16) Da Lima Tony 49:21
17) Damiano Aniello 51:00
18) Garziano Sasha 53:00
19) Congiu Vincenzo 53:25
20 Aiello Salvatore 57:40
21) Lorusso Pietro 57:50
22) Borbone Giuliana 1h:06:00

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26/02/2012 – Cross Borgaretto

Una certa aria di sonnolenza e di torpore primaverile ha corso questa mattina tra i campi di Borgaretto, sotto uno splendido sole, e tra i campi elettromagnetici di due linee d’alta tensione che circuivano indifferenti altre correnti, lungo il tracciato, a frequenza sessanta volte quella cardiaca e potenza fino a seicento volte quella esprimibile dall’intero corpo di umani, atleti e sofferenti…

Una certa aria di sonnolenza… spazzata via dal ritmo della regia. Lo sparo delle partenze incalzante ha spezzato parole in varie zolle erbose. Nella categoria over 55, il presidente Domenico Robbe stava ancora contemplando il nuovo gazebo Excelsior dell’Atletica, e perdendo tempo in vari sorrisi, quando lo start l’ha colto impreparato e lontano dal nastro del via, sparato con due minuti d’anticipo. Francesco Sansonne corre più piano dello scorso anno, ma precede di un paio di minuti Andrea Buscemi, in lento ma costante recupero; Vincenzo Congiu e Aniello Damiano, da buoni veterani, controllano al ritmo di 5-6 minuti al chilometro la ritirata, in buona forma fisica. Chiude la frazione dei certosini Pietro Lorusso, ma una ventina di atleti lo seguirà ancora: forza Pietro, ricorda quando correvi sotto i quattro minuti al chilometro.

Il percorso erboso, a tratti leggermente fangoso, con alcuni avallamenti di pochi metri da superare senza allungare troppo la falcata e sempre qualcuno davanti o dietro a far da scia, sono le tracce dei ricordi che rivedo nitidamente. Qualche lungo tratto aperto e rettilineo era ideale per lasciar correre le leve e accelerare, ma né io né altri compagni dell’Atletica nella categoria over 45 abbiamo raccolto l’invito: in assenza di Roberto Mastrosimone (infortunato), Fabrizio Gatti ha corso su ritmi da allenamento; io e Max Nanotti ci siamo avvicendati a passo rilassato, godendoci l’aria tiepida, come una tisana, temendo il sorpasso di Ennio Moscato, ma non quello di Diego Zorzan, che di tisane ne ha prese due o tre… (ops, ho esagerato?)

Nella categoria dei giovani una certa grinta c’è stata: Giuliano Moretti ha spinto in solitaria, staccando di un minuto Fabio Crepaldi e di un minuto e mezzo Gianni Giglio. Li ho visti correre concentrati come davanti alla ghigliottina di Carlo Conti, senza cuffie, ma alla ricerca dell’ispirazione e dell’appoggio meno scomposto possibile per un “campione”. Nell’arco di un altro minuto, ecco Raffaele De Luca davanti ad Andrea Maggi davanti a Gabriele Cavaliere: un terzetto in crescita fisica e metafisica, nel senso di affiatamento e di comprensione di meccanismi sottili e quasi inspiegabili di filosofia della corsa, della rincorsa e del recupero. Dietro, un po’ perso e un po’ proteso a non sfigurare, Vito Amadio: con un bel sorriso arriva al traguardo nell’acclamazione di amici e familiari, immortalato dal video di Giusy e salutato anche dalla nuova Creatura, incredula dello zio e della corsa che la vita le riserverà.

Giuliana Borbone ha raccolto i tempi di quelli partiti prima di lei. L’ultima frazione, purtroppo, non aiuta a ritrovarli, infine, al traguardo, a incitare e salutare come si dovrebbe.

Infine, la classifica ufficiosa copiata dai “cugini che corrono”:

__________6 km_____________

1) Moretti Giuliano 22:29
2) Crepaldi Fabio 23:34
3) Giglio Gianni 23:59
4) De Luca Raffaele 24:36
5) Gatti Fabrizio 24:38
6) Maggi Andrea 25:02
7) Robbe Domenico 25:21
8) Cavaliere Gabriele 25:37
9) Biagi Mariano 26:07
10) Nanotti Max 26:21
11) Moscato Ennio 26:22
12) Amadio Vito 26:51
13) Sansonne Francesco 27:30
14) Buscemi Andrea 29:23
15) Zorzan Diego 29:31
16) Garziano Sasha 32:59
17) Congiu Vincenzo 33:12
18) Damiano Aniello 35:00
19) Lorusso Pietro 36:10

__________4 km_____________

Borbone Giuliana 26:13

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29/01/2012 – Cross Trofarello

Oggi il grande innaffiatoio del Cielo si è inclinato quanto basta sopra le nostre teste. Il freddo, in mezzo ai pensieri, non è stato capace di nevicare quelle sane idee di rimanere in coperta. A qualunque prezzo, quando l’orgoglio sorregge i sogni d’avventura, si compra la propria dose di coraggio e di follia, e si parte sfidando il buon senso, la logica, la normalità.

Ma è proprio questo che la neve di Trofarello si aspettava. Un teatro delle corse, dove le vittorie, per ogni pettorale imbiancato, sarebbero state di tutti. E tutti attori premiati da un saluto d’Alpino, un applauso o un inchino verso le dita ghiacciate dei piedi. E la neve avrebbe ringraziato elegantemente il nostro calore. Sciogliendosi in una commovente lacrima di gioia.

Purtroppo il programma dello spettacolo è stato cancellato da una macchia di bianco, visibile ed invisibile. Di minuto in minuto ha coperto le scene, le partiture, gli strumenti, e poi le menti offuscate degli Atleti. Ha coperto di bianco i capelli neri e gli animi dei forestieri; i tronchi sul sentiero e i ponti immaginati tra le nuvole e l’abisso. Gli occhi fissi dei giudici impauriti hanno richiamato ruote termiche e catene, e spento i nostri motori.

Quelli dell’Atletica non sono mancati alla nuova esperienza. In tanti hanno ripiegato le bandiere, con una stelletta in più sulle spalline. La missione rimandata, la compagnia promossa e raffreddata.

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22/01/2012 – Cross Pellerina Il podista torinese sa tutto della Pellerina. Due laghi artificiali, uno stagno naturale, la grande umidità circondata da canne di palude, lunghi sentieri nell’erba e qualche pino. Una cascina, un ponte e tanto spazio per ogni tipo di corsa e ogni tipo di fauna. Singolari salite, coppie di percorsi ondeggianti, famiglie di germani reali, cigni, ma anche topi giganti, nutrie e bande più o meno organizzate di umana specie multietnica. In fondo, una depressione di oltre 80 ettari…

“Pellerina” indicava un insieme di luoghi dove venivano giudicati ed esposti i debitori insolventi. In dialetto “pera berlina” era appunto la pietra della berlina. I debitori venivano esposti senza mutande, onde il detto “picchiare il culo per terra” per indicare i soggetti in rovina economica.

Il parco è ufficialmente dedicato a Mario Carrara, antropologo dell'università di Torino, che fu uno dei pochissimi (14 sul oltre 1200) docenti universitari che rifiutarono il giuramento di fedeltà al fascismo. Dal 2009 tutta la porzione del parco a nord della Dora è stata dedicata alla memoria dei 7 operai torinesi deceduti nel rogo dello stabilimento Thyssen Krupp.

Debitori comunque di qualcosa, alla berlina di facce allegre e campanacci e trombette lungo tutto il tracciato, anche noi dell’Atletica La Certosa abbiamo corso ignorando il pericolo dell’energia che scarseggiava, già dentro il primo dei due articolati giri del parco.

7,5 km per pensare a come non soffrire, non rallentare, non sfigurare nell’insieme della popolazione saltificante. Una campagna d’osservazione, proprio come nel quadro di Leonardo da Vinci: “Studi dei muscoli del tronco e della coscia”. E allora si fissa l’azione meccanica, la rotazione del corpo sopra e sotto l’anca dell’avversario, amico e nemico d’ossigeno. Si rubano le parti elementari di diversi tipi di muscolo, nervi e vasi sanguigni, piegandosi nelle costole e nella respirazione. Tutto sotto pelle, e qui sotto Pellerina.

E poi, come leonardi e prede, vincitori e vinti, continuare a correre per l’orgoglio e per se stessi, per la chimica di una stretta di mano al traguardo o uno sguardo senza più fiato. Correre per una smorfia inzuppata di saliva ai bordi delle labbra, e un polpaccio indolenzito... Tante figure per un dipinto rinascimentale dove far emergere, dai muscoli del volto, negli occhi, l’anima che corre e si impressiona nelle retine d’intorno, per il tempo sufficiente ad allontanare la paura, le paure e le precarietà della vita.

Lontani ma non troppo da certe famose tele, comunque alla ricerca di una sana allegria, quelli della nostra Atletica hanno figurato oggi con 25 iscritti, tra cui un assente (Nicola Zunino), due presenti infortunati in ripresa (Ennio Moscato e Gabriele Cavaliere) e un ritirato (Fedele Di Michele).

Sempre al fianco dei loro compagni, Milena Copino e Giusy Amadio, allegre supporter.

Dei ventuno arrivati al traguardo ecco gli scaglioni e i tempi:
Partenza MM65-70-75 delle ore 9:45 – 4 km
- Vincenzo Congiu: 20’57’’
- Aniello Damiano: 21’10’’

Partenza MM55-60 delle ore 10:10 – 7,5 km
- Domenico Robbe: 31’18’’
- Francesco Sansonne: 34’52’’’
- Andrea Buscemi: 36’47’’
- Pietro Lorusso: 44’50’’
- Carmelo Stivala: 51’15”
Partenza MM45-50 delle ore 10:50 – 7,5 km
- Fabrizio Gatti: 32’35’’
- Roberto Mastrosimone: 32’39’’
- Mariano Biagi: 33’06’’
- Massimiliano Nanotti: 33’57’’
- Diego Zorzan: 38’10’’
Partenza MM35-40 delle ore 11:30 – 7,5 km
- Giuliano Moretti: 28’42’’
- Andrea Maggi: 30’41’’
- Fabio Crepaldi: 30’43’’
- Gianni Giglio: 30’47’’
- Luca La Sana: 31’25’’
- Raffaele De Luca: 33’17’’
- Vito Amadio: 33’19’’
- Roberto Pegoraro: 36’42’’

Partenza “femminile” delle ore 12:00 – 4 km
- Giuliana Borbone: 24’51’’

Da segnalare il numero degli iscritti totali alla manifestazione: 874 (di cui 700 nella categoria master). Un gran movimento e tanti gazebo colorati distribuiti nel prato come grossi funghi tra gli insetti della terra e i batteri pronti al via. Tra gli altri, in rilevo, a striscie bianche e verdi verticali, il nostro gazebo: una struttura storica, con qualche acciacco e la foggia dei pigiami di Stanlio e Ollio, ma fondamentale per riunire borse e schiene sudate prima e dopo la corsa. Si ringrazia tutto lo staff ed il presidente per l’organizzazione e l’impegno.

Da segnalare anche oggi le brillanti prestazioni di Andrea e di Vito che hanno migliorato ulteriormente le loro performance: è così da quando conducono allenamenti segreti e personalizzati. Correre per Andrea è sempre stato facile, e per Vito non è più una pizza!

Allego anche oggi una delle foto ricordo. Sullo sfondo, il nostro gazebo; il presidente e Gianni intenti a curare la ritirata. Chi sorride non ha patito la corsa; Gabriele non l’ha fatta e non ha sorriso per questo…

Arrivederci alla prossima domenica!

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08/01/2012 - Cross Scarmagno

Questa mattina, nel mezzo di una primavera sbandata contro il piccolo anfiteatro morenico canavesano - e in particolare arrestatasi proprio sopra il villaggio di Scarmagno - si è svolta la 13ª edizione del cross da 6 km noto agli atleti regionali e sempre più popolare a tutti i livelli: poco meno di mille iscritti nell’insieme delle categorie (più di cinquecento nella sola sezione masters).

Numeri che hanno dato vita ad una selezione naturale spinta al limite dei 3 minuti al chilometro. Il giovane Bernard Dematteis – cuneese, classe 1986, caporale dell’Esercito, già vincitore della scorsa edizione – ha corso i tre giri del tracciato sul prato non completamente pianeggiante nello straordinario tempo di 18:23”. Ho osservato i suoi passaggi ogni due chilometri, e sono rimasto folgorato dall’ampiezza della falcata e dalla spinta dell’azione.

Quella di Dematteis non è solo classe, è proprio genetica: suo fratello Martin (della podistica Val Varaita, anche lui in forze nell’EI), tra l’altro vincitore dell’edizione 2009 di Scarmagno, è primatista mondiale del chilometro verticale (con il tempo di 31:01"). I due fratelli hanno fatto vincere all’Italia il titolo iridato a squadre nei campionati mondiali 2011 di corsa in montagna disputatasi in Albania.

Ogni tanto è importante il confronto con i grandi. E’ importante riconoscere che siamo tutti uguali di fronte alla Legge, ma tutti diversi di fronte agli altri uomini e alle loro abilità. Il talento di ciascuno deve essere speso con tutto l’impegno possibile, l’atteggiamento e l’intenzione di farlo. E’ una questione “di cuore”, dove non esiste la parola “economia”.

Ecco perché qui ricordo ancora la figura di Adriano Olivetti e della sua azienda nata a Ivrea nel 1908. Tutti conoscono il triste epilogo aziendale, ma la storia è stata un susseguirsi di successi italiani, soprattutto negli anni Sessanta, quando a Scarmagno venne realizzato lo stabilimento Olivetti per i personal computer: nel periodo della joint-venture con la compagnia americana AT&T venivano prodotti 200.000 personal computer all’anno. Si narra di un tempo in cui dalle parti di Cupertino, Steve Jobs, con un manipolo di progettisti hardware e designer, sbirciava nella vicina sede della Olivetti per carpire i segreti di un’azienda leader mondiale nell’innovazione tecnologica e punto di riferimento per il design industriale. E chi non ricorda il glorioso M24 dotato di processore 8086, quasi due volte più veloce di un equivalente IBM?

La corsa dei personal è stata persa, così come moltissime altre. La nostra corsa continua, perché la vita è questo: cambiamento, lotta, impegno, associazione... e divertimento.

Anche se frantumati sotto il sole, siamo partiti tutti o quasi, della nostra Atletica La Certosa. In realtà, il parterre delle iscrizioni prevedeva 20 nomi, e tra questi: Gabriele Cavaliere che ha preferito saltare la gara (la sua investitura), perché dolorante al tendine del tibiale anteriore destro da una settimana; Nicola Zunino, assente, ma con pacco gara salvato dal direttivo; Pietro Lorusso, ritirato al quarto chilometro anche per affaticamento psicologico; Milena Copino, presente non gareggiante, allegra supporter di Vito e di tutti.

Dei sedici arrivati al traguardo ecco gli scaglioni, i tempi, le medie:

Partenza “over” delle ore 9:30:
- Domenico Robbe: 24:11”
- Andrea Buscemi: 28:51”
- Vincenzo Congiu: 32:13”
- Aniello Damiano: 34:00”

Partenza “intermedi” delle ore 10:10:
- Roberto Mastrosimone: 25:17”
- Mariano Biagi: 25:22”
- Diego Zorzan: 30:43”

Partenza “femminile” delle ore 10:40 – 4km
- Giuliana Borbone: 26:10”

Partenza “giovani” delle ore 11:10:
- Giuliano Moretti: 22:10”
- Gianni Giglio: 23:41”
- Andrea Maggi: 24:06”
- Vito Amadio: 26:08”
- Raffaele De Luca: 26:56”
- Fedele Di Michele: 27:40”
- Roberto Pegoraro: 28:38”
- Sacha Garziano: 34:00”

Da segnalare le brillanti prestazioni di Vito e di Andrea che hanno migliorato molto i loro tempi di riferimento al chilometro.

Al traguardo di mezzogiorno siamo arrivati con lo spumante e le torte di Gianni Giglio, oggi felice quarantatreenne! Un brindisi in compagnia e qualche foto-ricordo…
Ecco stappato il nostro 2o12!

 

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