27 giugno 2015

Mappa

Apro la mappa solo cinque minuti. Oggi c'è altro da fare. Così tento di spiegare a Jago che "la mappa non è il territorio, e il nome non è la cosa designata"...

Il concetto è famoso, ed è stato studiato dal filosofo inglese Bateson (figlio del padre della genetica). Bateson teneva un corso in California che si chiamava "Ecologia della Mente": che spettacolo...

Bateson ci ricorda che "quando pensiamo a porci o noci di cocco nella nostra mente non ci sono porci o noci di cocco, ma rappresentazioni e classificazioni di questi oggetti. Spesso però non si ha una distinzione logica tra il nome e la cosa designata e questo può dar luogo a reazioni irrazionali: ci si può commuovere, ad esempio, di fronte a una bandiera perché essa è il simbolo della patria piuttosto che un pezzo di stoffa colorato."

Jago osserva con attenzione la carta topografica appena evidenziata da Cesana al monte Chaberton in giallo, e nella discesa verso Claviere in verde. Poi appoggia i suoi polpastrelli a cuscinetto sul crinale tra le nazioni e abbaia, sommessamente commosso, che i francesi ci hanno rubato qualche montagna. E' stato irrazionale, lo so...

Gli ho promesso che domani avrei portato una bandierina italiana e l'avrei piantata (per lui) in cima alla montagna francese... Poi mi sono ricordato che Jago è messicano, ma i colori del Messico sono uguali ai nostri... Fiuu... ;-)

Il percorso di domani

Jago mi spiega il percorso velocemente

Ecco la bandierina

4 commenti:

Lorenzo Pisani ha detto...

Dopo che ci hai detto com'è andata la passeggiata sulla rappresentazione del territorio, non vedo l'ora che ci racconti l'esito di quella sul territorio. Hai notato qualche differenza?

marianorun ha detto...

Ho perso la bandierina, mentre salivo... Ho perso anche l'orientamento. Lo stordimento dei tremila s'è fatto sentire. La mappa neurale? Accartocciata e abbandonata sulle pietraie... Rientro sconsolato, seguendo il territorio delle schiene colorate... ;-)

batmank ha detto...

Jago ha l'aria di saperla lunga... avesse avuto la sfortuna di nascere uomo, sarebbe stato un grande uomo e, chissà, magari anche un ottimo podista.

marianorun ha detto...

Non ci avevo mai pensato! Ottima riflessione Andrea. Potrei nascere Jago nella prossima vita? ;-)