L'uomo non deve correre per cento chilometri se vuole continuare a vivere, sostenevo quand'ero giovane. E pensavo che tale verità valesse anche per quei pochi uomini costretti alla sfida da aberrazioni genetiche primordiali. Invecchiando, capii che quella verità aveva per contrario un'altra verità: l'uomo "deve" correre i suoi cento chilometri se non vuole morire. E' una semplice questione d'immortalità. Certo, dell'anima...
Lavorare mantiene giovani, sostenevo quand'ero appunto giovane. E gli altri pensavano che tale falsità si ripetesse in pochi uomini costretti alla sfiga da sequenze nobiliari o spirituali o dannatamente militari. Invecchiando, capii che quell'errore di pensiero aveva per contrario un altro errore: che lavorare invecchia. E' una semplice questione d'immoralità. Certo, del corpo...
(P.S.: Tra l'immortalità di un'anima religiosamente immutabile
e l'immoralità di un corpo che muta inaccettabilmente laborioso c'è troppa fantasia,
vera o falsa che sia la filosofia).
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E poi, Ennio sosteneva che l'italiano, nella sua qualità di personaggio comico, era un tentativo della natura di smitizzare se stessa. Il Polo Nord, per esempio, è abbastanza serio preso in sé; un italiano al Polo Nord aggiunge subito qualcosa di comico che prima non c'era. Ma quanti grilli aveva per la testa il grande Ennio!
100 km |
3 commenti:
Quella cosa sul lavorare l'ho capita anch'io.. c'è voluto un bel po' di tempo, ma ora mi è perfettamente chiara..:-/
Lavorare invecchia e mantiene giovani, si sa... :-)
Grazie, Mariano, per avermi incuriosito e fatto scoprire Ennio Flaiano.
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