3 settembre 2012

Io e la corsa

I respiri immaginari 

Il tempo rallenta nella corsa, e le nuvole appaiono immobili, e tutto resta fermo un po’ più di prima, un po’ più dell’apparenza. Perché nella corsa il cuore respira il cuore dei corpi vicini, e il tempo respira il tempo dei corpi lontani. Questi respiri immaginari spazzano le valli dell’inconscio, dove ogni respiro è una fissione di emozioni, una reazione confinata tra le radiazioni della psiche.

Il cuore che respira un altro cuore si gonfia d’energia, e il tempo che respira un altro tempo si gonfia d’infinito. Il tempo si ferma ad osservare, sul crinale della follia, l’insoddisfazione che si espande rallentando, nella corsa.

Le braccia e le gambe che si scambiano la spinta sono respiri di corpi vicini, mentre gli spazi colorati, gli odori, i rumori e gli sguardi deformati sono respiri di corpi lontani. Tutto distrae senza un perché, nel tempo senza regole. E fa vivere di più quella parte dell’Essere che non si incontra normalmente.

Il respiro del cuore è vita intrecciata di materia, è storia e movimento. Il respiro del tempo è anima strappata dell’essenza, è fuga e sfinimento. Nella corsa, l’inconscio si allunga come un senso nuovo da scoprire. In mezzo all’organismo, ad ogni battito, c’è un naso che s’annusa e una lingua che si lecca, tra la polvere e gli insetti offerti all’anima insondabile.


2 commenti:

marianorun ha detto...

Rileggendo, mi sembra d’aver esagerato. Forse la corsa sopra i 35°C mi ha bruciacchiato qualche circuito primario!
Credo che andrò in riparazione, magari cestinando qualche manuale di filosofia e riprendendo a respirare, senza immaginare d’essere chi non sono.

Anonimo ha detto...

Non vorrei contraddirti a tutti i costi, ma spero, anche in presenza di qualche circuito bruciacchiato, che non rinunci del tutto ad esternare le tue "esagerazioni"; ad alcuni potranno sembrare tali ma proprio per questo sono affascinanti; la dimensione onirica nella quale mi immergo quando leggo il tuo blog ...
Max