26 gennaio 2012

Il tempo

Quando il passo diventa corsa, inizia il tempo del viaggio. Non è dove si va che conta, ma come si vive il tempo in cui ci si racconta. Come stanno le fasce muscolari, le articolazioni verbali…

Nei racconti spezzati dal fiato, il tempo può essere vissuto come amico, o come acerrimo nemico. La bellezza del viaggio si sciupa nella misura del tempo e nel suo confronto. Con il Garmin, si sale senza biglietto sul Frecciarossa, mentre il controllore alle spalle sogghigna. E poi si paga, o si scappa clandestini da se stessi…

Pellegrini della sera del benessere, aspettatemi! Ho chiuso nel cassetto il mio orologio, e da oggi ricomincio il Viaggio, al battito del mio cuore. Più leggero e impreciso, ma felice di pulsare…

Il tempo sarà quello che basta per arrivare alla fine di una maratona, e sorridere al traguardo nella foto e nel ricordo. Perché non c’è un limite alle cose, finchè non lo mettiamo noi…
“Nei giochi olimpici di Stoccolma del 1912 c’è la storia più curiosa della maratona. E’ quella del giapponese Shizo Kanakuri e del suo “straordinario" tempo finale di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti e 23 secondi! L'atleta nipponico, accreditato della migliore prestazione mondiale di 2 ore 32 minuti e 45 secondi, era fra i favoriti (la gara sarà vinta con un tempo di oltre quattro minuti superiore). Al 30º chilometro, però, il caldo e l'arsura uniti all'invito di uno spettatore perché si rinfrescasse con una bibita all'interno della sua casa, fecero sì che succedesse l'irreparabile: Kanakuri si sedette nel soggiorno dell'ospitale casa svedese e si addormentò. Si svegliò dopo molte ore e per la vergogna non si fece trovare (tornerà in patria con mezzi di fortuna). Fu dato per disperso dagli organizzatori ed il suo nome non figurò fra gli arrivati, né fra i ritirati. Fu "ritrovato" da un giornalista svedese nel 1962 in occasione del cinquantenario dei giochi di Stoccolma e, cinque anni dopo, gli fu data la straordinaria possibilità di riprendere la "sua" maratona olimpica da dove l'aveva interrotta e di concluderla, finalmente, col tempo che si è detto.”


1 commento:

marianorun ha detto...

Un saluto particolare all'amico Gianni!