6 gennaio 2016

Ahimsa

Ogni persona che incontri è migliore di te in qualcosa; in quella cosa impara.
(Gandhi)

Oggi è la Befana, dove andiamo? A respirare aria pagana. Tutte quelle scope di saggina hanno ripulito la città. Pioggia e vento mischiati alla polvere hanno sfangato il soffitto del cielo tornato più azzurro e divino.

Si corre da pagani con un'anima ribelle che fa tossire ed espellere. Parte di noi si allontana sul prato e parte ride e pensa a com'era buono il carbone. Com'era piena la calza di caramelle dure appese alla speranza (appresa dall'infanzia). Ora si sa che la befana è un ologramma e i nativi digitali non vedono più oltre le calze il buono e il cattivo. Tutto è più o meno buono e più o meno cattivo. Dipende dal software. Alla fine tutto è più o meno incomprensibilmente chiaro. Come la realtà e la fantasia. Come il destino di ognuno.

Si corre da pagani, ma in fondo il movimento è spirituale. Sfumando i pensieri, alitiamo per capire se la condensa è vita. Se veramente, come dice il Mahatma (la grande anima), i pensieri positivi diventano parole che diventano comportamenti che diventano abitudini che diventano valori che diventano destino. Se tutti sono positivi (inno alla vita, al movimento), la vita stessa potrà essere semplicemente felice.

Ogni vivente che incontri può essere una coincidenza. E le coincidenze sono le cicatrici del destino, diceva Carlos Ruiz Zafón. Anche il busto di Gandhi, in mezzo alla via, rinasce da uno scatto felino. Ci immerge nel nostro destino. Vicino, una fontana poco felliniana. Com'è dolce la vita.

Gabriele, Gandhi e Garfield

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