3 gennaio 2016

Group on social

Se vuoi andare veloce, vai solo. Se vuoi andare lontano, vai in compagnia.
(Proverbio africano)

Il gruppo è veloce. Si va lontano. Solo in compagnia accade di fare castelli in aria in mezzo alla nebbia, calpestando secoli di rinascimento e di conquiste alle spalle del grandioso progetto di Filippo Juvarra... Vero Filippo?

Si corre cercando l'equilibrio delle conoscenze, delle relazioni e delle ragioni che spingono a privilegiare il gelido aerosol (che circonda i nostri alveoli) al tepore delle dimore sabaude (che abbiamo abbandonato di prima mattina) per progettare questa tavolozza di runners.

Anonymous dice di "non fermarti quando il sentiero finisce: tracciane uno nuovo". Regola non applicabile alla collina morenica: qui c'è sempre un sentiero, anzi due, dove ne basterebbe uno e mezzo. Una selva di stradine e di varianti dove lasciar correre scarpe nuove e vecchie suole. L'importante è aspettarsi, nell'attesa del battito rilassato che permette di raccontare un po' di vita. 

Si corre nella natura mezza morta di freddo. Certo i colori sono fangosi e noi siamo anomalie virulente in circolazione; in fila indiana, come italiani alle poste: sorpassi e spintarelle. Sorrisi e barzellette. Lasciamo la natura più bella di come l'abbiamo trovata. Almeno qualche ramo s'è mosso (sbattendo sui nostri corpi) alla ricerca di una dimensione in più. Proprio quella dimensione che noi troppe volte dimentichiamo. I nostri arti non devono invecchiare senza articolare il linguaggio del corpo. Soggetto, verbo e complemento oggetto (I love the run, per esempio) si possono amalgamare per creare una dinamica esistenziale (o più dinamiche insieme, We love the run). Un movimento ulteriore per un rinascimento interiore. Un castello in aria che lascia a bocca aperta tutti, anche quelli che non corrono mai...

I colori del Castello di Rivoli

2 commenti:

batmank ha detto...

Peccato essere così lontano, non sai quanto mi sarebbe piaciuto far castelli in aria in mezzo alla nebbia insieme a voi, Mariano. Ma grazie alla tua penna posso provare a sognare, immaginare, persino vivere quei sentieri, quei colori, quei silenzi e quei respiri... corro a vedere se le mie vecchie suole sono sporche di chilometri e fango.
Grazie, Mariano.

marianorun ha detto...

Grazie Andrea. A me sarebbe piaciuto correre per i sette colli (quando ancora erano ricoperti di piante, molti secoli fa credo ;-))
Siamo sulla stessa frequenza umana quando leggiamo di noi e di quello che proviamo mentre corriamo. Siamo insieme alle nostre forze e alle nostre debolezze. Partecipiamo liberamente, e questa fratellanza è la nostra conquista.