26 dicembre 2015

L'invisibile

Volavano lenti, salendo e scendendo nel cielo, come se volessero cancellarlo, meticolosamente, con le loro ali... (Seta, Alessandro Baricco)

Oggi dove si vola? Sopra quale zolla di cielo ci si appoggia scivolando? Le domande sono come dei paesaggi. Sono dei passaggi strani dal sapore artistico. Forse mistico. 
Azzurra la collina di San Valeriano che a levante affianca il monte San Giorgio. Azzurra la collina dei castelli del ponente di Piossasco. Le colline si abbracciano fino a strapiombare su una vecchia cava abbandonata e polverosa. Emerge una scultura metallica dalle curvature imponenti, a forma di chiave sofisticata come il silenzio che apre le nostre bocche, per un istante, prima di emettere giudizi da orchi.
Orchi ai piedi del totem (di Giuseppe Lanza)
Ma forse in ogni zolla di cielo, a saperla leggere, c'è il mondo intero. Immobili, sembriamo piante piantate lì da un artista visionario, in grado di vedere oltre la normalità che tanto ci appaga. Noi siamo artisti visionari del passo. Quello che ci scavalca ogni volta che rischiamo di cadere sulle pietre dei nostri antenati.
Orchi in vetta al San Giorgio
A passo inclinato raggiungiamo presto la vetta (il panettone) a quota 842 metri. Rileggiamo insieme le cime senza neve. La porzione dell'arco alpino ci orizzonta, fino a scorgere il Monte Rosa innevato, mentre l'OrcoRoccia ricorda le sue imprese al Capanna Margherita, il rifugio a quota 4554 metri. Ci spostiamo verso il sole, mentre una gigantesca coperta di foschia, di polveri e di smog ci ricorda da dove veniamo, indicativamente.
OrchiLucertola in attesa del ritorno (dell'inverno)
Lentamente, molto lentamente raggiungiamo il mondo che ora ci appare invisibile, laggiù nella valle dei pensieri. Siamo gli invincibili, tutti insieme. Respiriamo tutto l'ossigeno che troviamo. I miracoli sono questi. 



2 commenti:

nino ha detto...

di sicuro l'aria limpida ripaga della fatica per arrivarci

marianorun ha detto...

Vero Nino. L'aria limpida è come l'esperienza: aiuta a respirare, a riconoscersi quando si corre nella nebbia della vita. La fatica diminuisce con l'esperienza, aiuta l'immaginazione (anche quella di scavalcare la montagna del tempo) ;-)