1 aprile 2015

TraiLaghi 2015

Corro. Rifletto. C'è vento e c'è sole. Poi c'è solo vento. E poi c'è solo sole. Finché ci sono, penso. In salita svanisco. In discesa comprendo l'allenamento. 

La salita denatura il pensiero; assilla e stordisce le sensazioni. Le terminazioni, sofferenti, occupano il corpo. Lo assorbono e tagliano l'energia all’immaginare.

In salita non c’è tanto altro da quell'intorno di terra o di asfalto in cui (ci) si muove. L’intorno di sé si stringe in un punto, diventa inaccessibile. La coscienza non ha più il suo display. La salita non sospende mai il giudizio, lo elimina. Perdendo il controllo dei desideri, ci si avvicina pericolosamente ai limiti, agli obblighi senza logica ricompensa. Si obbedisce all’inseguimento dell’incoscienza, dell’inconscio o dell’assenza. Appunto di sé… 

Allenamento, e allenamenti al pluralismo... Infatti tollero in modo pacifico la sofferenza che allena e fa “svanire" in salita, e la gioia che allena e fa “mentire" in discesa. A svanire è la consapevolezza di sé. A mentire è il ritrovamento di sé, nell’orgogliosa illusione di ringiovanire. E poi, la gioia che non assimila la sofferenza così come la sofferenza che non assimila la gioia rendono pluralisti tutti gli allenamenti “al trail”. Tutti quanti.

Per sottolineare questo aspetto, il prossimo Trail mi vedrà contrapposto all’individualismo, partecipando in coppia con Paolo al:


Le gambe sono per natura pluraliste. La destra si alterna alla sinistra. Spero fino al traguardo!

2 commenti:

batmank ha detto...

La destra che si alterna alla sinistra, un passo dopo l'altro, prima in salita, poi in discesa, per tagliare un altro traguardo e ripartire verso un nuovo... un viaggio infinito nello spazio e nei luoghi della mente e dell'anima

marianorun ha detto...

Purché non siano viaggi negli spazi e nei luoghi (indefiniti) della politica italiana ;-)