"Eccola qui, la felicità della corsa, il gusto di un gesto senza senso, che non produce niente, che non serve a niente. Nemmeno il traguardo conta. Nemmeno il risultato. Kilian Jornet con una semplice frase dice tutto quello che c'è da dire: 'Non è più forte colui che arriva primo, bensì colui che gode maggiormente facendo ciò che fa'. Vince chi gode di più. In fondo, quale felicità più grande si potrebbe rincorrere?"
< tratto dal libro "Correre è una filosofia" di Gaia De Pascale >
Domenica cercherò di portare con me questa leggerezza in più. Non voglio pensieri pesanti; non voglio filosofi erranti. Solo due piccoli monti da scalare. Due occhi per osservare quella valle a cui appartengo. Da un'essenza all'altra. La natura sarà lì ad attendere il passaggio delle fibre nervose. Tante fibre, da rilassare in salita e in discesa. Per circa 22 km, 1500 D+ e tre ore-viaggio. Il finestrino promette questo:
4 commenti:
Premetto che condivido in toto lo spezzone del libro che citi...e che trarrò sicuramente spunto da questa tua riflessione...
Premesso questo, una gara da 22 km, 1500 D+ non la vedo così rilassante per le fibre nervose...sicuramente appagante ma altrettanto impegnativa! Buon divertimento!
Ciao Alain! Oltre allo scarto semantico c'è la realtà. Ed è quella che tu mi dici! La realtà è più impegnativa dell'immaginazione. Sull'appagante possiamo discuterne... ;-)
22 km da scalare per nutrire l'anima... al netto delle riflessioni filosofiche, buon divertimento Mariano!
Grazie Andrea, per l'anima scarterò una barretta energetica, senza rifletterci troppo sopra... ;-)
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