Il Romanticismo attinge all'Infinito. All'Assoluto, all'ironia, al desiderio del limite. Dev'esserci atmosfera romantica nella corsa, perché questa seduca: l'idea è di Maurizio (Stoppre), ed è molto buona.
Mi ci tuffo, ci provo. La corsa rifiuta la Ragione illuminista e concepisce l'Uomo secondo nuovi modelli e possibilità d'azione. La corsa tenta nuove vie d'accesso all'Assoluto e all'Incondizionato, oggetti metafisici. La corsa si distingue nel superamento del limite, nella ricerca dell'oltre limite e di ciò che non ha alcun limite (perché eterno, imperituro, immutabile).
La corsa romantica cerca l'ebbrezza d'Infinito; è per anime assetate di Assoluto. Sperimentare questa ricerca, esprimerla, è parte di una cultura globale, dove arte e poesia sono invisibili a chi non la pratica.
La natura, il mondo, la storia sono la vivente realizzazione dell'infinito. Accedervi è questione di sentimento, di feeling. Una categoria spirituale dominante che può aprire a nuove dimensioni della psiche e risalire alle sorgenti primordiali dell'essere.
Il sentimento spinge il maratoneta perché appare come Infinito stesso, nella forma dell'indefinito. E' puro spirito di sacrificio, e può generare felicità o qualsiasi altra cosa, anche senza nome. Precede ed anticipa un discorso, arriva là dove la logica non intende arrivare. Maratoneta è una condizione dell'anima romantica, un modo di essere.
Ogni impresa umana, ogni aspirazione verso il più e l'oltre senza confini, tuttavia, si risolve nel desiderio di avere l'impossibile, di conoscere l'inconoscibile, di sentire il soprasensibile. Ed è perciò ironicamente inadeguato, impari davanti all'Infinito. Si può tentare la sfida, ribellarsi, oppure amare la corsa e basta. Fondare una nuova storia di sé e del proprio romantico universo. Io ci provo.
Mi ci tuffo, ci provo. La corsa rifiuta la Ragione illuminista e concepisce l'Uomo secondo nuovi modelli e possibilità d'azione. La corsa tenta nuove vie d'accesso all'Assoluto e all'Incondizionato, oggetti metafisici. La corsa si distingue nel superamento del limite, nella ricerca dell'oltre limite e di ciò che non ha alcun limite (perché eterno, imperituro, immutabile).
La corsa romantica cerca l'ebbrezza d'Infinito; è per anime assetate di Assoluto. Sperimentare questa ricerca, esprimerla, è parte di una cultura globale, dove arte e poesia sono invisibili a chi non la pratica.
La natura, il mondo, la storia sono la vivente realizzazione dell'infinito. Accedervi è questione di sentimento, di feeling. Una categoria spirituale dominante che può aprire a nuove dimensioni della psiche e risalire alle sorgenti primordiali dell'essere.
Il sentimento spinge il maratoneta perché appare come Infinito stesso, nella forma dell'indefinito. E' puro spirito di sacrificio, e può generare felicità o qualsiasi altra cosa, anche senza nome. Precede ed anticipa un discorso, arriva là dove la logica non intende arrivare. Maratoneta è una condizione dell'anima romantica, un modo di essere.
Ogni impresa umana, ogni aspirazione verso il più e l'oltre senza confini, tuttavia, si risolve nel desiderio di avere l'impossibile, di conoscere l'inconoscibile, di sentire il soprasensibile. Ed è perciò ironicamente inadeguato, impari davanti all'Infinito. Si può tentare la sfida, ribellarsi, oppure amare la corsa e basta. Fondare una nuova storia di sé e del proprio romantico universo. Io ci provo.
6 commenti:
beh....la strognman ritratta in foto...non il massimo del romantiscismo ma....
rende bene il vero spirito della corsa
Eheh... Io ci provo da strongman, il mio attuale livello di romanticismo :-)
Seeeeee, forse il mio è stato uno spunto, ma non sarei mai riuscito neanche a mettere insieme 3 frasi come hai fatto tu!!
Grandioso!
@Stoppre: senza spunto, senza moto incipiente, non c'è movimento. Ogni buona idea ci mette in moto. Poi la strada viene da sé... (porta all'isola che non c'è) :-)
La corsa ci rende eroi tragici, perchè mai riusciremo a saziare la nostra voglia di migliorarci. Qui sta il bello però.
Ottimo post, complimenti.
Esatto, father. Mi sembra di sentire i greci antichi, i loro canti liberi in lontananza, nella corsa di tutti i giorni. Grazie!
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