3 gennaio 2012

Il Tritone

In quest’ultimo giorno di vacanza ho voglia si saltare… prima la colazione, poi qualsiasi lavoro di casa e quindi le scale, verso il cantiere, a est del paese. Qui si sta completando la nuova urbanistica, ed è ancora terra battuta da ruspe e strade su collinette e prati in via d’estinzione…
Salto di slancio, in vista del prossimo cross dell’8 gennaio a Scarmagno, e poi sudo alcuni pensieri nell’umidità crescente. Uno mi scivola invadente dalla fronte e si spalma sul bulbo oculare… vedo il mare! E’ salato, ma non profuma di pesce; è volato all’estate scorsa, a Marina di Bibbona, al residence il Tritone…

Tritone è la versione maschile della sirena; nella mitologia greca è il figlio di Poseidone, dio del mare, e della nereide Anfitrite. Tritone aveva un corno di conchiglia che col suo suono calmava le tempeste e annunciava l'arrivo del dio del mare. E’ notissimo per l'aiuto che diede a Giasone e agli Argonauti nel trovare la rotta da seguire…
Lo invoco, e la mia rotta si rivela immediatamente dalla mitologia alla realtà, dalle profondità del mare alle atmosfere del sudore. Vengo sparato, con altri corpi, dal cannone del circolo metabolico. Riconosco i corpi chetonici che mi spingono tra strani dèi, vicino a Ceto, che in greco significa grande balena, divinità dal corpo mostruoso, e alle sue figlie, le Gorgoni, con le ali d'oro, le mani con artigli di bronzo, le zanne di cinghiale e i serpenti al posto dei capelli…
Certo queste salitelle mi stanno consumando l’ossigeno e gli zuccheri…

In carenza di zuccheri, l’organismo brucia grassi, e i corpi chetonici sono i residui. I corpi chetonici sono sostanze chimiche: acetone,  acido acetacetico e acido β-idrossibutirrico.
I corpi chetonici sono di piccole dimensioni, perciò vengono veicolati molto velocemente, molto più degli acidi grassi che, invece, hanno bisogno di proteine trasportatrici come l'albumina, e vengono usati quasi esclusivamente dai muscoli e dai tessuti periferici, ma anche dal cuore (il 20-30% dell'energia da esso utilizzata proviene dai corpi chetonici) e dal cervello (in caso di digiuno prolungato).
Sono prodotti intermedi del metabolismo dei lipidi (grassi), quasi esclusivamente epatico (fegato). Anche il metabolismo dei protidi (proteine) può portare alla formazione di corpi chetonici, in particolari condizioni (sport): alcuni aminoacidi – gli elementi costitutivi delle proteine – quali leucina, lisina, fenilalanina e triptofano, sono proprio detti chetogenetici.
Una fase fondamentale del metabolismo proteico è la deaminazione, durante la quale i singoli aminoacidi vengono privati del gruppo aminico (NH2). La parte rimanente della molecola, definita alfa-chetoacido, può essere utilizzata a fini energetici o per la sintesi di glucosio. Il gruppo aminico viene invece trasferito all'alfa-chetogluatarato, con formazione di glutammato; quest'ultimo subisce una deaminazione ossidativa nella matrice mitocondriale con produzione di ammoniaca libera (NH3). L'ammoniaca è una molecola tossica, soprattutto per il cervello, ma un organismo sano è perfettamente in grado di incorporare l'ammoniaca in composti atossici, che ne costituiscono anche la forma di trasporto e di pre-eliminazione. 
Nei diabetici, i corpi chetonici sostituiscono il metabolismo del glucosio: essi emanano - come altri malati - i corpi chetonici e l'ammoniaca tipica del metabolismo alterato: un odore dolciastro di mela marcia, inconfondibile.
E allora, come dicevo a Raffaele, siamo noi che bruciamo il cibo e valorizziamo con emissioni inconfondibili il mitocondrio, quel mito che ci sguazza sotto pelle, con drio e con brio…  e poi ci abbandona, storditi, con aria d'ammoniaca rassegnazione... 

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