2 gennaio 2012

Il Cotechino

Anche quest’anno non poteva mancare il grasso profumato di lenticchie, a galleggiare nella mia palude... Alla ricerca dell’arca perduta negli ultimi interstizi viscerali verso il 2012… verso il botto che spegne la mente sopra e sotto i cieli astrali.
In un soprassalto di lucidità ho ricordato quel maiale ignoto che ha donato per me, negli istanti grossi e ciechi del capodanno il suo sapore, il suo superiore grado di cotenna lessata, più alto del muscolo d’un nobile destriero…

Perché nella vita si può essere anche bravi, ma se maiali non c’è scampo…

Un cavallo, a cui il padrone era molto affezionato, si ammalò. Venne visitato da un veterinario che ordinò delle medicine facendogli capire che se non si fosse rialzato sarebbe stato abbattuto. Il padrone, disperato, diede le medicine alla bestia, ma questa restava sempre sdraiata. A fianco, c’era anche un maiale che si mise a sollecitare il cavallo ad alzarsi dicendogli che se non lo avesse fatto tutto sarebbe finito per lui. Per l’intera notte il maiale spronò il cavallo ad alzarsi. L’indomani, il veterinario andò a trovare il cavallo e con il contadino decise di abbatterlo. Il maiale spronò per l’ultima volta la bestia che tutto d’un tratto, seppur traballando, si rialzò. La gioia del contadino fu immensa: abbracciò il cavallo, lo baciò, lo accarezzò e poi disse raggiante: "Sì, voglio festeggiare: ammazziamo il maiale."
L’ho digerito verso il primo pomeriggio, il cotechino. Ci ho messo quasi quaranta minuti di corsa nell’incanto del primo giorno del nuovo anno podistico...

Ci ho messo ancora di più a digerire l’idea di non essere un cavallo… (quando corro) :-)

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