12 gennaio 2012

Il rifiuto

Spesso il corpo si rifiuta di collaborare e il ritmo di gara declina inesorabile verso tempi lontani da quelli moderni. Il film della corsa si inceppa negli ingranaggi della fatica e sciupa tutte le buone intenzioni accumulate poco prima della partenza.

Il rifiuto di andare oltre è un’abitudine dura a morire. Mi accompagna ad ogni inizio allenamento, coccola l’orologio poco prima e poco dopo ogni beep chilometrico, facendomi pesare il suo sguardo indiscreto di coscienza di uomo maturo.
Ma questa sera ero preparato all’inganno e sono riuscito a distrarre il mio vigile apparato di controllo: ho cambiato direzione di corsa e introdotto, per la prima volta, un concetto molto simile, credo, a quello delle “ripetute”. Ho iniziato con un giro del parco (un chilometro) in senso orario, alla massima velocità o quasi, informando il centro del pensiero che sarebbe stato una tantum. Dopo il beep leggo: 3’33”, ma invece di fermarmi proseguo, lasciando l’acceleratore e riposando l’affanno incipiente fino al termine del secondo giro (4’43”); poi mi fermo per 1 minuto a camminare di lato inoltrandomi nel centro del parco. Ripeto la sequenza (giro veloce, giro lento e recupero) per quattro volte, partendo sempre dallo stesso punto, con giri orari alternati ad antiorari… Una bella confusione per il mio vecchio cervello, ma non per il mio nuovo Forerunner210. Gli altri tempi veloci sono eccellenti (per me): 3’39”, 3’44” e 3’55”.

Ho condannato il mio corpo alla sentenza della suprema Corte di volontà per i rifiuti in gara e in allenamento, qualcosa che suona di liberatorio, proprio come questo articolo di oggi preso da “Il Sole24ORE”:

Italia condannata per i rifiuti in Campania
Strasburgo apre le porte ai ricorsi per l’inquinamento causato dai rifiuti in Campania. E lo fa con una sentenza di condanna all’Italia depositata ieri (ricorso n. 30765/08), con la quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha accertato che le autorità italiane hanno violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare dei ricorrenti per l’incapacità dello Stato di provvedere alla raccolta, al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti. Per i giudici internazionali, il deterioramento ambientale in sé può causare una violazione della Convenzione dei diritti dell’uomo, anche se non è dimostrata l’esistenza di un danno diretto per i ricorrenti. La vicenda ha preso il via dall’emergenza rifiuti in Campania iniziata nel 1994. I 18 ricorrenti di Somma Vesuviana si erano rivolti alla Corte europea. Il governo ha messo in campo una debole difesa sostenendo che i ricorrenti non potevano essere considerati vittime perché non avevano subito un danno diretto alla propria salute. Ma i giudici internazionali, per la prima volta, sono andati oltre, riconoscendo l’esistenza di un diritto a vivere in un ambiente salubre non solo a coloro che abitano in modo stabile in una determinata zona, ma anche a chi vi lavora senza averne la residenza.

Era ora! E’ ora di lottare contro il rifiuto di pensare (che non possa esistere) un mondo migliore…

Ora (Jovanotti)
Dicono che è vero che quando si muore poi non ci si vede più
dicono che è vero che ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv
dicono che è vero che ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non farlo più
ora
dicono che è vero che quando si nasce sta già tutto scritto dentro ad uno schema
dicono che è vero che c'è solo un modo per risolvere un problema
dicono che è vero che ad ogni entusiasmo corrisponde stessa quantità di frustrazione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non farlo più
ora
non c'è montagna più alta di quella che non scalerò
non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò
ora
dicono che è vero che ogni sognatore diventerà cinico invecchiando
dicono che è vero che noi siamo fermi è il panorama che si sta muovendo
dicono che è vero che per ogni slancio tornerà una mortificazione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non farlo più, ora

non c'è montagna più alta di quella che non scalerò
non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò
ora, ora, ora, ora…

Che testo, è un sogno: anche fosse vero, non sarebbe giustificazione per non farlo più, ora...

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