8 dicembre 2015

foggy

Quando c'è la nebbia non si vede. - Perbacco, e chi la vede? - Cosa? - Questa nebbia, dico? -Nessuno. - Ma se quando c'è la nebbia non si vede, come si fa a vedere che c'è la nebbia?... 

Fuori nebbia, come un tempo. Io e Gabriele sembriamo Totò e Peppino. Ridiamo come ragazzini tra il raffreddore ed il freddo torpore che l'età ci sottolinea ad ogni passo, ad ogni chilometro. D'incanto però la filosofia ci affianca, e noi la seguiamo per qualche istante di nascosto.

Così sentiamo che le distanze non si misurano in chilometri, ma in possibilità. E di queste ne oltrepassiamo molte con la fantasia. In realtà, sono le possibilità che alla fine ci misurano. Ci interrogano sul territorio, sull'anima, sull'amore. E noi glielo lasciamo fare con brevi falcate di racconti. E' tutto quello che siamo, è tutto quello che sappiamo di noi. What else? 

Intanto la nebbia è diventata un concetto troppo denso. E si mischia con il nostro fiatone. What if? Cosa accadrebbe senza alternative? Senza più avere la possibilità di osservare un fiore che spunta dalla sabbia? Si finisce calpestando tutto, non vedendo più niente all'orizzonte. 

La ruota è alta, poi china come in una danza, sul saluto finale. La speranza è un rischio da correre: è addirittura il rischio dei rischi, diceva Georges Bernanos. Ma noi questo non lo sappiamo, e rimaniamo sospesi nel vuoto, senza poterci più appoggiare...


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