12 gennaio 2013

Felicità è allenamento

Argomento infinito, la felicità. Intrattabile, suscettibile, a volte infelice. A volte irresistibile e stancante come un allenamento. Perchè la felicità è questione di allenamento...
La scienza ha scoperto che le persone felici hanno dei vantaggi notevoli: la felicità rende più socievoli, più altruisti, più abili a risolvere conflitti, più produttivi sul lavoro, più sani; essere felici rafforza il sistema immunitario; essere felici allunga la vita...

La ricerca della felicità non è quindi un atto egoistico, ma un regalo per noi stessi e per il mondo. Peccato che la nostra società sia annegata nei falsi miti: viviamo di corsa, senza conoscerci veramente, senza cercare di capire perché siamo qui e come potremmo essere davvero felici.

Un falso mito? La ricchezza... Che non serve per essere felici. Certo l'estrema povertà abbassa il tasso di felicità, ma una volta soddisfatte le necessità di base il tasso di felicità si stabilizza, ed avere più reddito non lo cambia.

Un falso mito? Il destino... Che non c'entra con la felicità. Molti credono che la felicità sia qualcosa che non possiamo controllare, qualcosa che non dura e può sparire in un attimo. La felicità è possibile, ma non sopraggiunge così per caso. È un lavoro interiore, uno stato di serenità che ha ben poco a che fare con quello che succede fuori di noi.

Recenti studi dimostrano che la felicità non è una caratteristica innata ma una capacità, come giocare a pallavolo, e come tale possiamo apprenderla. Possiamo imparare a essere felici indipendentemente da tutto. E' una capacità che va allenata. Nessuno si sogna di vincere un torneo o fare un bella partita giocando sotto rete una volta all’anno. Non esistono persone senza risorse, esistono solo persone che ignorano le proprie risorse, o non investono il tempo necessario su di esse. 

Occorre migliorare mente e spirito, ed essere più sereni. Non vivere tra i fantasmi del passato o le ansie del futuro. Occorre fare amicizia con il momento presente. Usare i sensi. Essere dove si è. Guardarsi attorno semplicemente consapevoli dello spazio e della presenza silenziosa di ogni cosa. Ascoltare i suoni senza giudicarli. Ascoltate il silenzio sotto i suoni. Toccare, percepire, riconoscere l'essenza delle cose... Allenarsi a partire da queste cose.

Una notizia straordinaria arriva dall'Università del Wisconsis, da un certo Richard Davidson, docente di neuroscienze. Nel suo libro "The emotional life of your brain", lo scienziato americano non ha dubbi: le sfumature della vita interiore, le emozioni e il modo in cui affrontiamo il mondo esterno dipendono da un codice scritto nel cervello, che si può correggere e perfezionare con l'allenamento, fino a raggiungere la felicità.

Meditare, fare complimenti agli altri e circondarsi delle foto di momenti felici è un allenamento per il cervello. Semplici esercizi quotidiani insegnano ad essere attenti e positivi. Il saggio riunisce 30 anni di ricerche ed è una rivoluzione per le neuroscienze. Il principio di base è che ciascuno di noi ha un proprio "stile emotivo", un profilo psicologico scritto nel cervello, unico e personale. Una tonalità (cromosomica) che determina in che modo si percepisce il mondo, come si interagisce con gli altri, come si reagisce e si affrontano gli ostacoli della vita. Non tanto una questione psicologica, ma chimica.


Il tutto è scritto nel cervello pieno di sinapsi che non sono stabili, ma cambiano dalla nascita in poi in risposta all'ambiente e in base alle esperienze. Il principio della neuroplasticità permette di allenare le emozioni e cercare la felicità nel cervello.

Allenare le emozioni attraverso una sorta di "yoga per neuroni" è un'idea fantastica che mi piacerebbe approfondire. Si parte con l'aumentare il livello di attenzione:  dieci minuti al giorno in una stanza silenziosa, ad occhi aperti, fissando un oggetto su cui concentrare l'attenzione. Si procede con l'aumentare il livello di reazione: dieci minuti al giorno in una sorta di "allenamento di compassione", pensando ad un conoscente sofferente o malato... Questo è l'invito di Richard Davidson.

Allenarsi, allenarsi a conoscersi. Perchè familiarizzare con il proprio stile emotivo è il primo e più importante passo per trasformarlo. E continuare a vivere, felici.


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