5 dicembre 2012

La corsa è.

Un monaco domandò al maestro: "Che cos'è il sé?"
E lui rispose: "A che ti serve?"

Provo a meditare? La meditazione è una domanda? Può darsi, ma certamente non è la risposta alla domanda "Che cos'è il sé?"; non è la ricerca del sé, l'indagine intorno al sé, e neppure la riappropriazione del sé, ammesso che si possa vivere disappropriati; non è la risoluzione di un problema e non è la conclusione di un ragionamento. Non è un mucchio d'altre cose...

Qualcuno ai confini dell'occidente sostiene che la meditazione è l'abbandono di tutto ciò, l'arte dell'abbandono in sé e per sé; abbandono di tutto e abbandono al tutto; esperienza trasformante, che paradossalmente non trasforma niente.

Ai confini del mio allenamento anch'io lo sostengo. Non c'è cambiamento, nulla che venga trasformato, ma solo pura esperienza (del vento), semplice stato d'essere e consapevolezza, disincantato guardare attraverso la polvere, la polvere...

E accorgersi che non c'è un manuale di istruzioni per il corpo che cambia e domanda, blocca, rimugina, intrappola la mente nell'ennesima scusa per rimanere a dormire.

La corsa è meditazione, arte di semplicità: non si ferma davanti a nulla. Solo ciò che serve è proprio ad essa, il resto non le appartiene. La corsa è il tacere di ogni sovrappiù: "A che ti serve?" non serve chiederlo. La corsa è esperienza del sé, non conoscenza, non risposta, non formula matematica, non radice filosofica, non definizione psicologica...

La corsa, forse, è.




6 commenti:

Anonimo ha detto...

La corsa forse è.... riuscire a fermarsi, guardarsi allo specchio e "chiedere" a sè stessi quello che non abbiamo mai osato chiedere.

E... la risposta... quale sarà?
Sarà sicuramente quella giusta.

Nulla di meno... nulla di più.


Mosto selvatico

marianorun ha detto...

Fermarsi è del fine-corsa; guardarsi è del fine-estetico; chiedersi qualcosa, alfine, presuppone un ragionamento che è proprio l'anti meditare... molto di meno o molto di più di una risposta a seconda del tasso alcolemico in circolo nelle vene... ehehe

stoppre ha detto...

ah ecco, c'era qualcosa che mi sfuggiva in qualche post..il tasso alcolemico :-))

marianorun ha detto...

Mi viene in mente il sommelier di Albanese: vestito con grembiule nero, il tastevin al collo. Osserva, fa roteare e annusa il calice di vino. Lunga degustazione in atmosfera musicale e poi finalmente il verdetto da esperto: è rosso, è vino e, alla fine dell'assaggio, è finito.

stoppre ha detto...

ahahahah

Anonimo ha detto...


Il "fermarsi" e il "guardarsi allo specchio" presuppongono umiltà e profondità d'animo.... qualità indispensabili in un uomo... l'uomo elevato.

Mosto selvatico (HIC!)