5 ottobre 2012

Fiato amico

Io sono sensibile al fiato. Avrò un naso di cane qualunque. Anche la mia nonna era una specialista molecolare, e sentiva l'avvicinarsi del nonno con grande anticipo, senza scomodare altri sensi. Dai piedi alle essenze bluastre di formaggio, esal(t)azioni o veri tormenti dell'anima. Sta di fatto che non sopportava niente che non fosse simile all'aria pura della montagna. Quella stessa aria che respiro troppo raramente, soprattutto da quando corro sul cemento o nei vicoli limitrofi.

Perché il fiato è essenziale per correre. Il fiuto, non di meno, può essere un grande amico, e un animale.

Riporto da Google news - sanità il seguente articolo:
L'ospedale assume due labrador: «Fiutano i tumori prima dei test». Addestrati a identificare le cellule malate in campioni di urine. Dalla Gran Bretagna a Trento, usati come supporto.

UN CANE COME DOTTORE. Lucy e Glenn non si offendono. Sono i primi «medici a quattro zampe» a lavorare in Italia. Due labrador addestrati nel Regno Unito sbarcati in Trentino, a Pergine Valsugana. «Laboratori d'analisi» viventi, dai nasi che non sbagliano un colpo. Fiutano i tumori prima anche dei test scientifici. Non solo. Sono attenti anche al calo di zucchero nel sangue di diabetici di tipo 1 (senza alcun test sul sangue) e possono diagnosticare il raro morbo di Addison (ghiandole surrenali in tilt) o la narcolessia. E come i loro «colleghi» che fiutano droghe o esplosivi, sembrano non sbagliare un colpo.

LA TECNICA - Lucy si «esibisce» in una sala appositamente allestita nella residenza sanitaria assistenziale di Pergine. È il suo nuovo ambulatorio. Dei supporti in alluminio contengono urine congelate e appositamente trattate in modo da rilasciare alcune particelle volatili attraverso delle aperture. Lucy annusa con attenta professionalità, due volte nei casi dubbi, tutti i campioni e si siede (o si sdraia) solo di fronte a quello in cui fiuta la malattia, le cellule malate. Quando il campione è negativo il labrador resta in piedi e fissa insistentemente il conduttore. Si cambiano i campioni e Lucy riparte con le analisi. L'attendibilità di questi cani è altissima, anche per gli stadi iniziali. Commenta il medico inglese Claire Guest: «Sono più di 15 anni che facciamo ricerca e addestriamo cani per questo scopo e forse la conclusione più importante è che se le cellule tumorali hanno un odore, allora anche virus o batteri ne hanno uno e quindi possono essere individuati dagli amici a quattro zampe».

OLFATTO PREZIOSO - I dati pubblicati in uno studio della rivista scientifica British Medical Journal nel 2006 indicavano addirittura il 98% di attendibilità. Il primo caso riconosciuto è del 1989: un dalmata, dopo aver ostinatamente annusato per mesi un neo sulla gamba della padrona, ha permesso che se ne riconoscesse la natura maligna. Il caso descritto sulla rivista Lancet ha aperto la strada alla validazione scientifica dell'olfatto dei cani. Che supera di centomila volte quello umano. E i tessuti cancerosi, a causa del loro particolare metabolismo (che produce idrocarburi ed elevate concentrazioni di composti azotati), hanno un odore particolare che si manifesta precocemente anche nel fiato e nelle urine dei pazienti. I cani, con gli oltre 250 milioni di sensori olfattivi del loro naso, possono per esempio individuare un cancro al polmone quando non è ancora diagnosticabile.


 

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