4 maggio 2012

Il tesoro

Il cervello delle persone timide percepisce il mondo esterno in modo diverso rispetto a quanto accade per i soggetti estroversi. E si attiva per una lavorazione più profonda degli input. Lo hanno rivelato i ricercatori della Stony Brook University di New York, dell'Università del Sud Est e dell'Accademia Cinese delle Scienze, indagando i meccanismi che regolano l'introversione.

"Sensibilità per la Percezione Sensoriale - SPS": è questo il tratto della personalità che porta il 5-6% della popolazione mondiale a comportarsi in modo inibito o addirittura nevrotico. Chi nasce con questa predisposizione risulta più sensibile della media agli input del mondo esterno e necessita di maggior tempo per prendere decisioni e riflettere.

I soggetti "altamente sensibili" sono più coscienziosi, si annoiano facilmente con le chiacchiere inutili e manifestano queste caratteristiche fin da piccoli. Le persone timide vivono le proprie esperienze con più intensità, pagando il prezzo di un’intolleranza genetica a rumore, dolore e caffeina, ovvero a tutto ciò che potenzialmente può minare l'equilibrio del sistema nervoso.

La timidezza si riscontra non solo nell’uomo, ma in oltre 100 specie animali diverse, dai moscerini della frutta ai primati. I biologi hanno iniziato a valutare l'ipotesi che nella stessa specie vi siano 2 personalità vincenti: il sensibile, che rappresenta una minoranza e sceglie di riflettere più a lungo prima di agire, e quello capace di spingersi oltre ogni limite. La strategia della persona timida non è vantaggiosa quando le risorse sono abbondanti o c'è bisogno di azioni veloci e aggressive, ma è utile nelle situazioni di pericolo, quando è più difficile scegliere fra due opportunità ed è necessario un approccio particolarmente cauto e intelligente.

"Considerare l'introversione come un limite è un errore madornale", precisa lo psichiatra psicanalista Luigi Anepeta, presidente della Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi (LIDI) ed autore del libro "Timido, docile, ardente. Manuale per capire ed accettare valori e limiti dell'introversione (propria o altrui)".

Il 60% dei personaggi più geniali di tutti i tempi, infatti, da Nietzsche a Marx, erano degli introversi e questa condizione, un modo di essere come un altro, arricchisce moltissimo. Ma purtroppo il mondo moderno ha deciso di esaltare l'estroversione ed emarginare il diverso. E questo è un errore sociale. 
Ma i sensibili sapranno proteggere i loro forzieri. E alla fine li apriranno solo per sè, o per un altro tesoro incontrato. 


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto interessante, molto....

La personalità di ognuno di noi é cosí complessa....

Conosco adulti estremamente introversi, sensibili e profondi ma riconosciuti dagli amici come estroversi e un po' superficiali che, a causa di un'infanzia vissuta con ansia e sensi di colpa, hanno costruito una "corazza" per proteggersi dal mondo, dai sentimenti....

Conosco uomini "soli", veramente "soli" ma con una vita sociale intensa...

Conosco persone egoiste, vuote, calcolatrici che appaiono delicate, pure, illuminate....

E poi....conosco ragazzi... che, riconoscendo il vero amore, hanno avuto paura e sono scappati portandosi via il forziere senza il tesoro....

Ciao,
Mosto selvatico

marianorun ha detto...

Conosci un sacco di gente... mosto selvatico.
Sai dove sono i tesori di quei ragazzi?
Occhio alle fermentazioni...

Anonimo ha detto...

Probabilmente il messaggio che volevo trasmettere é stato frainteso....

Ho semplicemente pensato alla mia infanzia un po' sofferta a causa di una timidezza cronica e di una insicurezza sconfinata che nella vita mi hanno condizionato molto facendomi fare scelte sbagliate e facendomi scambiare certi atteggiamenti egoisti con sentimenti di bontà. Quella bontà che cerco sempre negli occhi delle persone e che alcune volte riesco ancora a scorgere. Tutto qui.

Buona giornata

Vino novello!!!

marianorun ha detto...

Riconosco colori intensi e forti aromi secondari, tipici del vino novello (che non può essere immesso sul mercato prima del 6 novembre di ogni anno). Se ne consiglia un consumo nei primi sei mesi perché poco stabile.

Un accoppiamento ottimale del vino novello è con le castagne o con la farina di castagne... niente di più buono, ma a volte leggermente pesante.

(Il vecchio brandy)

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo!
E ora, per alleggerire il tutto, un bel giro in bicicletta non me lo toglie nessuno!

Ciao.