14 gennaio 2012

No nukes


In Giappone e altri paesi orientali quello appena iniziato è l'anno del dragone, animale di fantasia e d'aspetto minaccioso che i giapponesi considerano un protettore contro le afflizioni della vita.

Circa diecimila persone sono attese (da domani) a Yokohama, la città portuale confinante con Tokyo, per partecipare a due giorni di «Conferenza globale per un mondo libero dal nucleare» organizzata da sei associazioni antinucleari giapponesi, tra cui Peace Boat e Greenpeace Japan.

«Come nel secondo dopoguerra quando i migliori scienziati si sono dati alle ricerche di fisica nucleare sperando di trovarvi la ricetta per riportare il benessere nel paese, ora dobbiamo raccogliere tutte le nostre risorse per trovare una soluzione alternativa al nucleare» dice Akira Kawasaki, uno degli rappresentanti di Peace Boat.

Nonostante le recenti dichiarazioni tranquillizzanti del governo di Tokyo, a Fukushima l'allarme è ben lontano dal rientrare, a dieci mesi dall'incidente. Anche negli ultimi giorni si è registrato un sensibile aumento della presenza di cesio nella zona.

Un apposito spazio - la Fukushima Room - è stato allestito per dialoghi tra gli abitanti e chi vuole offrirgli un sostegno. E «partire da Fukushima» è il motto dell'iniziativa: pensare al futuro senza il rischio di ripetere la tragedia, attraverso la conoscenza approfondita della realtà dei fatti e la solidarietà con le vittime.

Da Fukushima, infatti, è cominciata tra ieri e oggi la visita degli ospiti stranieri: una cinquantina di attivisti, vittime-testimoni del nucleare, politici e scienziati provenienti da una trentina di paesi sparsi in tutti i continenti. La delegazione più numerosa viene dalla vicina Corea del Sud, dove ci sono 21 reattori nucleari, al secondo posto l'Australia, terzo produttore mondiale di uranio.

Un tema che attirerà l'attenzione sono le iniziative popolari in corso in Giappone per chiedere un referendum consultivo sul nucleare. Per la società giapponese, ancora abituata a delegare le decisioni ai dirigenti politici, sarà impresa irta di ostacoli, ma la conferenza sul «mondo libero dal nucleare» servirà comunque a favorire la presa di coscienza e la circolazione delle informazioni.
(fonte: il manifesto del 13/1/2012)

Nessun commento: