9 marzo 2012

Il marziano

Quando corro un po’ veloce guardo all’insù. L’Ares greco, il dio della guerra romano, Marte, è sicuramente da qualche parte che alimenta le sue battaglie. Conquistare i mercati, i popoli, le coscienze. Piegare alla volontà del più forte. Prendere senza dare al cielo la sua parte, lo spazio e la libertà…

Poi mi fermo e guardo in giù, sulla terra. E penso al marziano precipitato, scacciato dal dio perché in lotta solo con se stesso, atleta e non soldato... greco e americano, Dean Karnazes per l’appunto:    

<< Ieri sera - presso la Sala Buzzati a Milano - incontro ravvicinato con il guru del running mondiale Dean Karnazes, l’atleta americano dalle origini greche, quello delle 50 maratone in 50 giorni nel 2006, che tra un po’ affronterà 205 maratone in un anno, una in ogni paese del mondo; uomo North Face e corridore di professione per il piacere di farlo e non per competere.

Un ”fondamentalista della serenità” si potrebbe definirlo. Dietro quel suo aspetto da duro, palestrato, americanone, si cela un uomo che combatte perennemente con il motto che lo guida: “never stop exploring” come ripete spesso durante le interviste. E lo fa veramente, lo si vede in ogni gesto, in ogni espressione del suo viso, che si trasforma ad ogni battito di ali di farfalla. Attento a tutto, non lascia nulla al caso: alimentazione, stile di vita, lavoro, famiglia. Tutto è un amalgama che sfocia nel risultato finale della ricerca della perfezione.

Non fa mistero del suo stile di vita, che è impegnativo e quasi da “marziano”. Sveglia alle 4 del mattino per 3 ore di “corsetta” mattutina, preparazione della colazione per la famiglia, lavoro, pomeriggio ancora lavoro e corsa più veloce ma breve, poi di nuovo a casa a preparare la cena per la famiglia.

I suoi cavalli di battaglia sono: “mangio salmone 4-5 volte la settimana per gli omega-3, fa bene alle articolazioni”, “dieta a zona 40-30-30 come percentuale di carboidrati-proteine-grassi nell’ordine e “lavoro in piedi”: in ufficio ha i mobili ad altezza d’uomo, perché dice che non siamo fatti per stare seduti.

Non so se abbia ragione o meno, ma quando dal pubblico qualcuno chiede come gestisce gli infortuni, risponde con un'esclamazione tipica americana “knock on wood”  tocchiamo legno (come il nostro tocchiamo ferro) visto che ad oggi non ha avuto a che fare con nessun infortunio!

Forse la sua immagine di duro può fuorviare una poco attenta riflessione ed analisi su di lui, sicuramente forte il messaggio che passa dai suoi libri, potrebbe sembrare esibizionista e televisivo, ma vi assicuro che di persona è l’immagine del bambino che si diverte con il suo mondo, una ricerca del gioco perfetto al di là di ogni pregiudizio e valutazione. Chi si ferma all’apparenza compie un grosso errore: questo piccolo grande uomo è veramente convinto di quello che fa e lo dimostra in ogni suo gesto e parola.

E’ entrato in sala al buio con il sottofondo dei Queen “We will rock you”… che a questo punto andrebbe trasformata in “We will run you”… >>
Tratto da: “La Gazzetta dello Sport.it”, Elio Piccoli
DEAN KARNAZES


1 commento:

fede ha detto...

Caspita! Che uragano! Massima stima :) Ma soprattutto, oltre a tutto quello che fa, prepara anche colazione e cena alla famiglia....ha un fratello??? Ahahahah :D :D :D Scherzi a parte, articolo interessante e motivatorio! :)