5 febbraio 2012

Cavallo Pazzo

Sotto la finestra ti vedo correre e penso... 

Hoka Hey, giovane sportivo! Cavallo Pazzo dei Lakota che rincorri la prateria sopra questo ghiaccio di piè monte. A nulla serve coprire i tuoi riccetti con quel cappellino da soldato incurvato sulla fronte… Nella trincea si marcano manciate di gradi sotto zero! E sopra il ponte, il legno s’è spezzato in troppi punti per farci transitare pensieri di valore. Non è in gioco la libertà o l’onore. Non è ancora tempo di volare a bassa quota e calpestare le paure più vicine, sempre a un battito dal cuore più lontane...

Hoka Hey, giovane sportivo! E’ comunque un buon giorno per morire… 

Dal racconto della Danza del Sole dei Lakota:
“Un tempo il nostro popolo si trovava accampato in un bel posto, e gli anziani erano seduti in consiglio quando si accorsero che uno dei nostri uomini, Kablaya, aveva legato la sua coperta intorno alla vita e stava danzando tutto solo con le mani sollevate verso i cieli. Gli anziani credettero che fosse impazzito, perciò mandarono qualcuno a scoprire di cosa si trattasse; ma anche costui legò improvvisamente la propria coperta intorno alla vita e prese a danzare con Kablaya. Gli anziani pensarono che ciò fosse molto strano, e così andarono tutti a vedere di cosa si trattasse.
Quindi Kablaya spiegò loro: «Molto tempo fa Wakan Tanka ci disse come pregare con la Sacra Pipa, ma ora ci siamo rilassati troppo nelle nostre preghiere e la nostra gente sta perdendo la propria forza. Ma mi è appena stato mostrato, in visione, un nuovo modo di pregare; in questo modo Wakan Tanka ci ha mandato un aiuto»…
Quindi Kablaya parlò agli uomini, dicendo: «Questa sarà la nostra Danza del Sole, dobbiamo prepararla! Questa danza sarà un'offerta dei nostri corpi e delle nostre anime a Wakan Tanka, e sarà molto wakan (spirituale). Tutti i nostri anziani e i nostri Uomini Sacri dovranno riunirsi; un grande tepee dovrà essere innalzato e si dovrà disporre salvia al suo interno, su tutta la superficie».
«Dovrete avere una buona Pipa, e anche queste cose: tabacco, una pelle di vitello di bisonte conciata, corteccia interna di salice rosso essiccata, pelli di lepre, erba dolce, piume d'aquila, un coltello d'osso, pittura di terra rossa e azzurra, un'ascia di selce, sterco di bisonte, pelle non conciata, un teschio di bisonte, penne della coda dell'aquila, una borsa di pelle grezza e fischietti d'osso dell'Aquila Chiazzata».
«Dopodiché Kablaya chiese a tutti coloro che sapevano cantare di andare da lui quella sera, così che potesse insegnare loro i canti sacri; disse che avrebbero dovuto portare un grosso tamburo di pelle di bisonte grezza, con delle bacchette molto resistenti, ricoperte all'estremità di pelle di bisonte con il pelo verso l'esterno! E suonare, cantare e danzare»




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