La prospettiva:
Da un'intervista sul Sole 24 Ore, il presidente dell'Inps Tito Boeri informa che "bloccare gli adeguamenti dei requisiti di pensionamento all'aspettativa di vita costerebbe molto alla spesa pubblica; bloccarli a 67 anni (dal 2021 in avanti) costerebbe 141 miliardi (da qui al 2035), che si tradurrebbero in aumento del debito pensionistico".
Questo va ad aumentare lo stress ossidativo generazionale e contribuisce a ridurre la speranza di vita e le pensioni da erogare. L'operazione si basa sulla statistica, ma anche sull'illusionismo che mescola l'ipotesi di vivere (seppur lavorando) all'ipotesi di lavorare (seppur vivendo) in un mondo disposto a tollerare (la lentezza senile). Che poi, si sa, l’invecchiamento della società è solo un processo che dipende da come si definisce l’anziano. Over qualcosa.
La statistica:
Nel 2016 sono nati in Italia 474 mila bambini, il peggior risultato dall'Unità d’Italia ad oggi. L’invecchiamento della popolazione è un elemento strutturale, reso ancora più evidente dalla crisi economica.
In Italia, la speranza di vita alla nascita è di 80,3 anni per gli uomini e 84,9 per le donne (erano 80,7 e 85,6 nel 2014). Entrambi i dati restano superiori alla media europea che è di 77,9 e 83,3. (Tra la Campania e il Trentino ci sono 3 anni di differenza a favore del nord)
L’indice di vecchiaia è il rapporto tra la popolazione over 65 anni e la popolazione di 0-14 anni, moltiplicato per 100. Questo dato nel 2015 era di 157,7. Questo significa che ci sono molti più anziani che giovani, e che questo sbilanciamento è in continua crescita.
L’indice di dipendenza è il rapporto tra popolazione over 65 e popolazione in età lavorativa, cioè tra i 15 e i 64 anni. Ogni 100 persone in età lavorativa ci sono in Italia 33,7 persone oltre i 65 anni. Si tratta del dato peggiore d’Europa (28,1 è il dato medio europeo). I paesi dove questo rapporto è migliore sono Slovacchia (19,7), Irlanda (20) e Lussemburgo (20,5).
La popolazione over 65 rappresenta il 21,7% della popolazione italiana, contro una media europea del 18,9%. Le proporzioni sono aumentate in modo molto significativo con il passare del tempo, basti pensare che nel 1983 la quota di over 65 era del 13,1%.
L'età mediana della popolazione si attesta a 45,1 anni contro una media europea di 42,4. Entrambi i dati sono in continuo aumento. Nel 1960, in Italia, l’età mediana della popolazione era 31,7 anni. In questo caso la Germania ci supera (a 45,9), mentre il paese più giovane d’Europa è l’Irlanda (36,4 anni), seguito da Cipro (37) e Slovacchia (39).
La contromisura:
Ogni persona ha le proprie contromisure.