30 aprile 2012

L'ora d'aria

E’ la mia ora d’aria. Presto sarà una cosa seria. Una voce dal cielo accarezza già le nuvole che sopra tutto vogliono coprire la distanza tra l’infinito parlare e questa goccia d’acqua libera di cadere.

Posso uscire, ma devo ritornare. Posso fare tanta strada verso i monti, o verso il mare. Vorrei essere libero di partecipare. E’ corsa? E’ vita? E’ amore?...


29 aprile 2012

28 aprile 2012

La felicità

So che agli uomini accade d’essere felici. La felicità è dunque di questo mondo; non ci vuole molto per farsene un’idea, basta semplicemente esser stati felici. 
Poco importa che la condizione di felicità sia breve o lunga: quel che conta è che la felicità, una volta vissuta, non si può dimenticare.
Nulla perisce definitivamente, perché il tempo non è in grado di abolire l’esperienza. La coscienza consolida il fluire del vissuto, stratifica e trattiene quel che trapassa: è il passato che si immobilizza. E ogni uomo è radicato nel suo passato... mai definitivamente perduto. 

E la felicità può esser perduta come condizione di vita, ma non può esser cancellata mai.
Dalla felicità si è rapiti: giunge inattesa e altrettanto inattesa svanisce. E per questo appare immotivata come il dolore. Ma il dolore inchioda, stringe e costringe. La felicità lambisce, balena e sparisce. Il dolore è più presente della felicità, ma di certo è ad essa conseguente. 
Proust aveva ragione quando scriveva: “se non fossimo stati felici, non foss’altro grazie alla speranza, le sventure sarebbero prive di crudeltà, e per conseguenza infruttuose”. 
Fedele alla felicità è solo chi è stato felice.
Ma la felicità possiede la natura dell’attimo, e nell’attimo in cui la si possiede se ne è posseduti. 

Un’esperienza che si trasforma in meta. Una meta, o una questione di fortuna?


26 aprile 2012

Il mio Zen

A casa, sul sofà:


Al lavoro, magistralmente:

 In vacanza, illuminazione assente:

25 aprile 2012

La Resistenza

Questa mattina mi sono liberato presto, intorno alle 9 e mezza. Mi attendeva una splendida resistenza di gruppo, tra un lungo e una serie di dieci ripetute sparate su 400 metri del parco della Certosa, dove si allenano i forti della nostra Atletica. Arrivo con Gabriele, Gianni e Raffaele. Siamo una squadra di partigiani al trotto, un gruppo armato dalla speranza di liberarci di ogni spirito antidemocratico, che serpeggia ancora, e ruba di tasca in tasca. Siamo degli illusi. Pensare di poter correre a 3:30” per tutte e dieci le tratte, recuperando solo un minuto, è come rifugiarsi in alta montagna e trascorrere la notte ad occhi aperti, allerta fascisti… E’ pura fatica compressa che necessita di energia, e di un ideale profondo. Ma sono digiuno e non ho munizioni.  La mente si incammina, la compagnia si stringe nello sforzo e più o meno sputiamo tutti sudore, rabbia e cuore… Corriamo alternandoci alla testa, per tirare ogni volata. E’ questa la nostra Liberazione. Resistiamo fino alla fine, e tanto basta a salutare, con lo sport, il bene che riunisce le forze, i ricordi, le speranze…

24 aprile 2012

L'arcobaleno

Dopo il sole ed il vento, la pioggia mi ha accompagnato nel rientro serale. 

L'idea di una corsetta si è lentamente avviata a metamorfosi. Ha messo le ali al bruco e in un battito cardiaco ha raggiunto la corsia di sorpasso... Lì si è impegnata a fondo a salutare con la mano chi sorpreso dall'acqua s'impennava, come chicco di mais riscaldato dal torrido ansimare...

L'idea si è poi sollevata nel cielo e inarcato i colori più profondi. Lontano, un arcobaleno mi ha chiamato a sè e spalancato lo sguardo sul futuro...

Da casa mia:

Accidenti


Non è questione di politici, ma di sprechi...

22 aprile 2012

Minitrail

Oggi sono tutti in città. E tutti di corsa, a Torino.


Si corre di resistenza la “Tuttadritta” Fidal (10 km) e si corre “A passo di Resistenza” la competitiva Uisp (9 km). Entrambe festose, entrambe imperdibili… 

Testa o croce? Come spesso accade, la mia moneta truccata non s'adagia né sulla tessera Fidal né su quella Uisp; rimane indecisa sul fianco rotolando sui gradini per indicarmi la via: la montagna, o giù di lì… 

La direzione presa è là, in Val Ceronda, giallo-bruna e secca, ma vicina e soleggiata, e dall’aria non competitiva… 

Si parte da Givoletto, o poco più sù. L’itinerario è quello indicato nella cartina allegata. Si lascia l'auto nei pressi di Monte Castello, a quota 550 metri e si procede in costante salita su sentiero ben tracciato (da imboccare prima di una pista da cross, sulla destra) - per tre chilometri - fino alla punta Fournà, a quota 1130 metri; poi alla cappella della Madonna della Neve, a quota 1211 e infine al Monte Lera, a quota 1370 metri, per il quarto-quinto chilometro dalla base. Il ritorno è su un sentiero che si innesta a quota 1084 metri, più ripido per circa due chilometri, fino a raggiungere un tratto di strada sterrata per gli ultimi due chilometri. 

La vegetazione è sempre bassa e ricca e si può allungare lo sguardo sull'orizzonte. Tre imponenti tralicci della Linea T316 di Terna svettano sul crinale a quota 1000 metri circa, lasciando tracce di fastidiose invadenze dell’Era moderna. Si passeggia in mezzo a resti carbonizzati di incendi passati che tuttavia esaltano i colori di alcuni fiori lilla e blu, e il bianco di betulle che si raggruppa in macchie di tronchi lisci e ondeggianti. 

L’andata è su un crinale dove lo spettacolo è assicurato: tigli e classici boschi rocciosi fino alla cappella della Madonna della Neve, edificata nel 1855, microscopico punto di ristoro per la spiritualità di uomini e ungulati. Il ritorno è meno avvincente e più insidioso per la pendenza. 

La zona è stata dichiarata riserva floristica integrale. I più attenti potrebbero incontrare l'Euphorbia Gibelliana (che qui sembra più robusta e callosa) e il giglio di san Giovanni. Io non sono stato molto attento, però… 

La cosa migliore è tuttavia la visione generale e panoramica della pianura sottostante, fino alla frontale Superga, a qualche decina di chilometri, e al Musinè sulla destra. Spicca anche il Monviso, molto più lontano, imponente e ancora molto bianco… 

Certo occorreva andare di corsa, provare un minitrail, ma la ragione ha preso il sopravvento, per nostra fortuna... e ci ha regalato l'essenza del tempo, il vissuto e la memoria di tanto...

In vetta, con l'amico Federico:

A metà strada, io:

A metà strada, Fede:

La mappa:




18 aprile 2012

La resilienza



La resistenza psicologica o resilienza è un tema affrontato nell’ultimo libro di Pietro Trabucchi, eccezionale uomo e atleta, ora psicologo delle squadre nazionali di ultramaratona (24h, 100 km ed ultratrail).
“Privata di questa capacità che consente di non indietreggiare di fronte alle difficoltà, di non perdere la speranza, di apprendere dalle catastrofi, di rialzarsi dopo le sconfitte, la nostra specie non sarebbe sopravvissuta. Negli esseri umani la risposta allo stress e alle difficoltà non si realizza solo sotto forma di cambiamenti ormonali e di realizzazione di risposte comportamentali prefissate (come negli animali), ma è soprattutto cognitiva. Sta nella capacità di guardare alla realtà in modo diverso, di vedere vie d’uscita dove non ce ne sono, di sperare che giungano eventi che ancora non hanno preso luce.
Il mondo dello sport estremizza la necessità di resilienza. Dimostra con i fatti che la resilienza può essere appresa e migliorata. Ecco ciò che rende lo sport interessante per tutta la vita: il fisico, anche se allenato, declina, ma la forza mentale può continuare a crescere sino all’ultimo…”
“Perseverare è umano” è il titolo.


Al link: http://www.pietrotrabucchi.it si può leggere il primo capitolo.

Lo sportivo...

Chi corre è un vero sportivo. Chi corre è un vero... Chi corre... Chi...
Un vero amatore, in linguistica un nome d'agente: (ama)t-ore, o un agente segreto, che s'impadronisce del corpo e lo spinge ad infiltrarsi nel traffico metropolitano o nelle serre fiorite con gli auricolari nascosti. E captare, filtrare ogni sorta di porcherie annidate nelle conversazioni, nei ritmi delle conversioni di musica in energia e viceversa, nelle pozzanghere oleose della fatica. Fatica di capire in che mondo si è finiti, fottuti dai salti mortali dell'a-politica, associativa, apocalittica via di fuga...


  

16 aprile 2012

Vuoto per pieno

« Ci sono giornate che sono filosofie, che ci suggeriscono interpretazioni della vita, che sono appunti a margine, pieni di altra critica, nel libro del nostro destino universale. Questa è una di quelle giornate, lo sento. Ho l'assurda impressione che con i miei occhi pesanti e col mio cervello assente si stiano tracciando, come con un lapis insensato, le lettere del commento profondo e inutile. »

Fernando Pessoa


10 aprile 2012

Mafalda

Non dico arrivare a scoprire la meccanica celeste della burocrazia o della giustizia o del bilancio pubblico, ma almeno arrivare a chiedersi cosa sia il finanziamento dei partiti o il partitismo delle finanze…

Ma ripensare la politica partendo dall’aritmetica non è facile: le divisioni sono operazioni difficili. Meglio le addizionali. E le moltiplicazioni di parlamentari e sottosegretari… Alle sottrazioni ci pensano tutti, leghisti compresi.  

Il risparmio di pensiero pubblico è uno spreco enorme di risorsa umana (e di intelligenza).


6 aprile 2012

La Pasqua

... di risurrezione dell'Art. 18

C’è chi aspetta ancora, alle frontiere distrettuali, i profughi del Lavoro… E’ un viaggio anche quello! Un viaggio verso Italia…

2 aprile 2012

Il Cavallo bianco

E’ morto il «Caballo blanco». Dopo quattro giorni di ricerche lo hanno trovato in un'area remota del Gila National Park, New Mexico, dove era andato per una delle sue lunghe maratone.

Il «Caballo blanco» era Micah True, 60 anni, un ultra-runner. Un gran corridore capace di macinare chilometri in terre selvagge, magnifiche ed aspre.
Qualcosa di imprevedibile ha spezzato la sua maratona: probabilmente un malore, visto che non vi sarebbero segni di trauma.
True era partito in maglietta, calzoncini, scarpe da ginnastica e borraccia. Abbigliamento buono con il sole, ma decisamente leggero per la notte glaciale. E domenica mattina una delle tante squadre di soccorso ha rinvenuto il cadavere nei pressi del Woody's Corral.

L’uomo chiamato cavallo non era certo un tipo comune. Era diventato il «Caballo blanco» dopo un incontro con i Tarahumara, tribù abbarbicata sulla Sierra Madre messicana. Originario del Colorado, appassionato di corsa in terreni «ostili», True aveva conosciuto anni fa gli indios, rimanendone colpito dallo stile di vita spartano: lunghe corse, rinunce e lotte per la sopravvivenza in un territorio poco generoso.

Aveva imparato la lingua pre-azteca dei Tarahumara, si era abituato a nutrirsi di cibo semplice (come il mais tostato mescolato a erbe), aveva accresciuto la sua capacità di resistenza alla fatica. Ed aveva anche fatto propria la cultura del «korima»: se hai bisogno di qualcosa, conta sull’aiuto degli altri. L’acqua da bere, una ciotola con qualcosa da mangiare, un tetto per proteggersi, tutto deve venire dall’offerta - volontaria - di un amico o di chi incontri sul tuo cammino. La storia di Micah, affascinante e sincera come gli indios, non poteva restare un segreto della Sierra Madre. E infatti si era tramutata nel soggetto di un libro di grande successo, «Born to run», scritto nel 2009 da Christopher McDougall.

Il corridore si era trasformato in guida part time per condurre appassionati in escursioni lungo il Copper Canyon e in altre zone remote. Lavoro alternato a gare come l’Ultra Marathon e sfide toste in Colorado.

«Ho visto la bellezza dall’alto, dal basso e attorno a me», era la sintesi perfetta di Micah per le sue avventure. Un'emozione rapita dall'ultimo respiro...  


Le bollette

Al via da oggi i rincari sulle bollette di luce e gas che incideranno sulle tasche dei cittadini con un aumento superiore al 5 per cento, che potrebbe ulteriormente crescere nei prossimi mesi. A partire da questi aumenti è in corso in questi giorni un dibattito tra il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini sugli incentivi alle rinnovabili.

Il ministro Passera, considerando gli incentivi come i responsabili del caro bollette, ha annunciato i tagli con l'arrivo dei nuovi decreti ministeriali. Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha invece confermato la necessità di mantenere gli incentivi, sottolineando che "fermando le rinnovabili, rischiamo l'autogol e non tagliamo i prezzi; meglio tagliare gli aiuti al nucleare e alle acciaierie”.

Concordo con Clini: "mettere in contrapposizione la riduzione della bolletta energetica e il sostegno alle fonti rinnovabili" è "un errore strategico" perché rischieremmo di uscire dal settore delle rinnovabili mortificando la capacità innovativa del Paese, penalizzando l'industria nazionale, aumentando la disoccupazione: sarebbe come abbandonare la telefonia negli anni Ottanta, prima del boom".

La revisione degli incentivi deve però assicurare anche il futuro del fotovoltaico e degli investimenti nell'energia solare, uno dei settori di punta dell'innovazione tecnologica a livello globale, che dovrebbe portare nel giro di pochi anni ad un aumento dell'efficienza dei moduli dal 10-12% di oggi al 25%.

"Più aumenta la quota di rinnovabili nel nostro portafoglio energetico - ha continuato il Ministro Clini - più diminuisce la necessità di importazione, in particolare di petrolio e di gas naturale. C'è una certa rigidità del sistema italiano: probabilmente la produzione di elettricità dalle nostre centrali è in eccesso ed è vincolata alle forniture che sono forniture di lungo periodo, per cui paradossalmente siamo costretti a tenere alto il livello di importazione, anche se non ne avremmo più bisogno”.

Gli italiani pagano la dipendenza dai combustibili fossili e le troppe centrali termoelettriche a mezzo servizio. In pratica, il costo della maggior parte dei nostri consumi è ancora determinato dal prezzo del petrolio sulla piazza di Londra, un prezzo da lungo tempo impazzito. Le rinnovabili pesano sulla bolletta degli italiani per quote proporzionalmente modestissime.

E' stupefacente che tutta l'attenzione si concentri su quel 10% della bolletta elettrica legato agli incentivi alle rinnovabili, mentre nulla si dice sul restante 90% che riguarda il costo dell'acquisto di petrolio e carbone, i miliardari guadagni delle imprese, i sussidi al nucleare e ad altre voci assurde, oltre alle tasse.

E’ evidente che la regia di questa operazione è nelle mani e nella testa di chi ha interesse a difendere la produzione termoelettrica convenzionale, e a fermare il nuovo che avanza.

Ma questo è lo stile libero italiano…