20 marzo 2016

Sfumature

A differenza di Pavese che scriveva "ogni nuovo mattino uscirò per le strade cercando i colori", anche se poi smise di farlo, ogni nuova sera potrei uscire di strada cercando le sfumature quando è sereno, uno strano disegno quando è nuvoloso o l'arcobaleno che liberasse, come immaginava Matisse.

Comincio ora che è primavera e verso sera si liberano gli spettri. Il mantello viola-blu, il cappuccio verde, il viso giallo-rosso. Mi attardo a cercare l'arancione e l'indaco, indebolendomi di oscurità. Gli occhi spalancati catturano due raggi randagi che abbagliano. Poi un gradino sposta l'orizzonte fuori strada e finisco quasi per suicidarmi nel tramonto senza sonniferi o esaltazioni.

Nella frazione di secondo della caduta entro in un fumetto noir. Nel bar c'è un tavolino, e sopra un libro intitolato "Dialoghi con Leucò". In prima pagina una riga scritta a mano da Cesare Pavese: "Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi"... L'ultimo tweet al suo mondo, per comunicare il suo tramonto. Scorro le pagine e leggo sottolineato: «L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia». In un foglietto, ancora due tweet di Pavese: "ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti», e «ho cercato me stesso». Esco dal fumetto e mi rialzo... 

Cercarsi, spostarsi, nascondersi. Sono sfumature di luce che l'anima proietta. Sul tramonto si colorano quando l'oscurità si mette in movimento e corre verso est. Per questo io corro verso ovest. Lo so, prima o poi ci si incontrerà nel buio.

Intanto domenica prossima si sposteranno i colori di un'ora. Qualcuno ha già spostato le pecore in avanti. Qualcun altro cercherà la propria pecora in una nuvola di sonno. Ma c'è ancora da dormire prima di svegliarsi e sentire che non c'è più nessuna divisione, nessun grado di separazione, nessun tipo di esitazione... tra l'alba ed il tramonto di noi.


Nessun commento: