Si sa che per vivere ci vuole pazienza, una virtù attiva, parte della fortezza, da non confondere con la rassegnazione.
Il paziente non si adatta ai dolori o alle sofferenze, ma li governa. Sa sopportare e attendere, sa trovare altre possibilità. L'impaziente non è capace di interiorizzare, pensa in modo reattivo e rimane vittima della propria reazione. E' prigioniero del già accaduto, del pensiero di vendetta, della maledizione.
Perché la pazienza è una forma mentale capace di seguire la complessità. Attende, guarda avanti, è un pensiero prospettico, alternativo, ulteriore. Per questo esige tenacia, perseveranza, impegno, verso gli altri e verso noi stessi (perché gli errori si commettono e deve esserci la possibilità di rimediare).
Ora, è giusto concedere agli altri e a noi stessi del tempo per correggersi e correggerci, nell'intento di capire dove si sta sbagliando. Ma la pazienza ha un limite, oltre il quale non è più una virtù. Qui fuori si aggirano le leggi con spregiudicatezza e disinvoltura, si accettano sprechi delle amministrazioni pubbliche, si compatiscono i ladri, i violenti e gli assassini. Questa non è pazienza, è connivenza!
Cosa deve accadere, quale ordigno morale deflagrare, perché semplicemente sia chiaro che chi rompe deve pagare e chi ruba deve restituire, uscendo dalla scena pubblica al più presto?
Le Istituzioni e la Costituzione dovrebbero essere abitate e conosciute da una nuova generazione di giovani. Via tutti gli altri. Fuori dalle poltrone! Vergogna! A fare sport! A calpestare bocciofile! E se si inizierà dall'agricoltura e dall'ambiente, io ho già il forcone in mano e la zappa in cantina. Dateci la Terra!
Il paziente non si adatta ai dolori o alle sofferenze, ma li governa. Sa sopportare e attendere, sa trovare altre possibilità. L'impaziente non è capace di interiorizzare, pensa in modo reattivo e rimane vittima della propria reazione. E' prigioniero del già accaduto, del pensiero di vendetta, della maledizione.
Perché la pazienza è una forma mentale capace di seguire la complessità. Attende, guarda avanti, è un pensiero prospettico, alternativo, ulteriore. Per questo esige tenacia, perseveranza, impegno, verso gli altri e verso noi stessi (perché gli errori si commettono e deve esserci la possibilità di rimediare).
Ora, è giusto concedere agli altri e a noi stessi del tempo per correggersi e correggerci, nell'intento di capire dove si sta sbagliando. Ma la pazienza ha un limite, oltre il quale non è più una virtù. Qui fuori si aggirano le leggi con spregiudicatezza e disinvoltura, si accettano sprechi delle amministrazioni pubbliche, si compatiscono i ladri, i violenti e gli assassini. Questa non è pazienza, è connivenza!
Cosa deve accadere, quale ordigno morale deflagrare, perché semplicemente sia chiaro che chi rompe deve pagare e chi ruba deve restituire, uscendo dalla scena pubblica al più presto?
Le Istituzioni e la Costituzione dovrebbero essere abitate e conosciute da una nuova generazione di giovani. Via tutti gli altri. Fuori dalle poltrone! Vergogna! A fare sport! A calpestare bocciofile! E se si inizierà dall'agricoltura e dall'ambiente, io ho già il forcone in mano e la zappa in cantina. Dateci la Terra!
2 commenti:
Bravo, bisogna tornare alle origini: terra, terra, terra, odore di pulito, di fresco, di verità, di onestà, di fatica.
E poi.... è così bello coltivare la terra....
La terra è madre, profumata, calda, dolce.
La terra non ruba. Dona.
Mosto selavatico
trabucchi la chiama 'resilienza', e cmq chi è marcio dentro appesta ogni ambito, temo....
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