5 gennaio 2012

I Sogni

Nel 1798 Thomas Malthus predisse che il mondo andava incontro ad un futuro di carestie, malattie e guerre poiché la popolazione cresceva ad un ritmo superiore a quello della produzione di cibo. Nel 1972 il Club di Roma (associazione non governativa, non-profit, di scienziati, economisti, uomini d'affari, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di stato di tutti e cinque i continenti) pubblicò il rapporto “I limiti della crescita” che tra le altre cose pronosticava l’esaurimento del petrolio nel 1992…

“Le previsioni di Malthus e dei suoi seguaci erano sbagliate. Il mondo oggi produce più cibo che mai, e sempre di più sono disponibili tecnologie che permettono di sfruttare risorse naturali prima inaccessibili… La rivoluzione industriale cinese è stata quella più rapida della storia dell’umanità ed ha allontanato dalla povertà 300 milioni di persone; e questo si è verificato anche in Brasile, India, Indonesia, Turchia e in molti altri Paesi… La forza motrice di questo sviluppo è e sarà il consumo, e quello della classe media, agli attuali ritmi, raddoppierà ogni 20 anni… Il consumo e la produzione di rifiuti di un cittadino degli Stati Uniti (o dell’Europa Occidentale o dell’Australia o del Giappone) è decine di volte superiore al consumo e alla produzione di rifiuti di un cittadino di un paese in via di sviluppo. Che succederebbe se ogni abitante della Cina, India, Brasile o Turchia cominciasse a consumare come noi?
Oggi l’industria della pesca è sovrasfruttata  o esaurita o in fase di recupero, nelle zone pescose del mondo. Tutti i paesi asiatici hanno registrato drastiche cadute di acqua disponibile per abitante. La crescente domanda di legno ha colpito le foreste tropicali pluviali; è nota la deforestazione dell’Amazzonia brasiliana e quella in atto in Indonesia: le foreste sono i polmoni per assorbire l’anidride carbonica e rallentare il riscaldamento del pianeta…
Nel passato l’umanità ha trovato soluzioni per problemi senza precedenti. Non bisogna supporre che non ci riuscirà ancora una volta. Quello che manca adesso è solo la volontà di cercarle…”.
                                                      (L’Espresso, 12/01/2012)

L’ecologia, la naturalezza dell’essere, la semplicità delle cose sta sempre un passo indietro nella corsa dell’Uomo civilizzato, progredito, violento. La Tecnica ci domina in modo assoluto. Domina anche chi crede di dominare, come nei Mercati della Finanza impazziti di automatismi incrociati, liberi di mangiarsi continuamente. Domina con armamenti e caccia bombardieri… In giro succedono ancora le guerre:

“AFRICA: 22 Stati e 78 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti; punti caldi: Algeria, Libia, Nigeria, Puntland, Somalia, Somaliland, Sudan.

ASIA: 15 Stati e 67 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti; punti caldi: Afghanistan, Birmania-Myanmar, Pakistan.

EUROPA: 9 Stati e 28 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti; punti caldi: Russia.

MEDIO ORIENTE: 8 Stati e 62 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti; punti caldi: Iraq, Israele, Siria, Turchia, Yemen.

AMERICHE: 4 Stati e 12 tra cartelli della droga, milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti; punti caldi: Colombia, Messico.

Regioni e province autonome che lottano per l'Indipendenza:

AFRICA: Cabinda (Angola); Ogaden; Oromo (Ethiopia); Repubblica Democratica del Congo; Sahara Occidentale (Marocco); Somaliland (Somalia); Darfur (Sudan)

ASIA: Kachin; Karen; Shan State North; Shan State South; Chin State; New Mon State; Palaung State; United Wa State (Birmania-Myanmar); Kashmir; Karen; Orissa; Nagaland; Assam; Bodoland (India); Papua; Aceh  (Indonesia); Balochistan (Pakistan); Tamil (Sri Lanka); Patani Malay Nation (Thailandia)

MEDIO ORIENTE: Kurdistan (Iran, Iraq, Turchia); Palestina (Israele)

EUROPA: Corsica (Francia); Irlanda del Nord (Regno Unito); Nagorno-Karabakh (Azerbaijan); Cecenia (Russia); Paesi Baschi (Spagna-Francia); Trasnistria (Moldavia)
                                         (http://www.guerrenelmondo.it/)


Il problema ecologico mi appare un male minore, ma quando leggo che:

Il ministro apre a una revisione del programma

Gli F-35 non sono «vacche sacre». Così ieri il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ai microfoni di Radio24, intervistato sulla polemica attorno al costosissimo programma che prevede l'acquisto di 131 cacciabombardieri F-35 per 15 miliardi di euro. «Rivedremo tutti i programmi della Difesa - ha detto - dico tutti e nessuno escluso, l'ho detto fin dal mio insediamento alle commissioni di Camera e Senato. Non ci sono vacche sacre».

Il programma, fino a ieri è stato intoccabile, ma persino negli Usa ieri è stato messo in discussione. «Non capisco e non condivido la caccia all'untore a uno specifico programma - ha detto Di Paola - Dobbiamo portare in coerenza uno strumento efficace con le risorse. Non ho nessuna preclusione in merito».

… allora penso che non tutto sia inutile. E vado a dormire obbedendo ai sogni…  

I Numeri

Si tratta solo di numeri. Eppure tutto è indice e misura, valore e dolore…
Si misura lo spazio percorso tra l’ufficio e la casa, la casa ed il parco, il giro del parco, il giro del mondo. Si misura il tempo trascorso nel percorso, nell’attesa, il tempo di ripresa e quello di spesa. Si misurano le parole nascoste e quelle esposte sui banchi di lavoro, di gioco e di relazione.
Tolleriamo mille misure, perché misuriamo mille volte le cose, l’essere e l’avere.
Il produrre, invece, è misurato in questi tre articoli che ho scelto per i loro numeri…     

Piazza Affari, il meglio e il peggio del 2011. Dopo un 2008 pesantissimo, un 2009 decisamente migliore e un 2010 di luci e ombre, per le quotazioni dei titoli energetici della Borsa di Milano il 2011 è stato un anno di pesanti tagli: due soli i titoli che hanno chiuso in positivo (Gas Plus ed Enel Green Power); tre quelli che hanno perso meno del 10% (Eni, Edison e Snam Rete Gas); sette quelli che hanno perso tra il 10 e il 20% (tra cui Enel, Erg e Terna); quattro quelli che hanno perso tra il 20 e il 40% (tra cui A2A ed Hera); quattro le maglie nere che hanno perso più del 40% (tra cui Acea, Iren e Saras).
     (da la Staffetta Quotidiana del 4/1/2012)

Fotovoltaico: Costi enormi e risultati ridicoli. Passa a 3 centesimi e oltre la sovrattassa in bolletta destinata a coprire i costi delle farloccaggini fotovoltaiche. Tale contributo, moltiplicato per i 346 miliardi di kWh annui consumati producono oltre 10 miliardi di euro di spesa. Con tale cifra si produrrebbe o si importerebbe 1/3 del fabbisogno nazionale di energia, mentre i pannelli fotovoltaici ne producono il 2%. Qualcuno può dire che bisogna smetterla?
     (da il Giornale del 4/1/2012)

Nucleare: Francia, 10 miliardi di costi per centrali più sicure. Costeranno cari a EdF gli interventi per rendere più sicure le centrali nucleari francesi. Dopo le raccomandazioni dell’Agenzia per la sicurezza atomica, la società dovrà sborsare più di 10 miliardi. Prima del disastro di Fukushima, EdF stimava il costo dell’elettricità da nucleare in 46 euro per megawattora, cifra che ora sarà probabilmente rivista a 50 euro.
 (da l’Unità del 4/1/2012)


Ci comandano le piazze d’affari, gli affaristi del sole e gli atomisti che hanno preso le distanze da Leucippo, Democrito e Platone per scommettere sulla vita e la morte degli umani…

4 gennaio 2012

Il Buio

Pronto? Come da accordi, l’impegno è, il programma prevede, scusi che significa, le cose stanno così, la tabella è pronta, predisponiamo la relazione… bozza, invio… click!

Anche oggi gli ingredienti per l’ufficio sono stati amalgamati con tranquilla organizzazione: la crisi si sente, eccome. Franco aspetta direttive, io filtro, Aldo è l’unico che ha un carico completo per tutto l’anno. Ma quasi tutti gli altri stanno consumando le materie prime. La farina del grande sacco è quasi alla fine. L’acqua non manca certo, ma costa troppo tutto il resto…
Dopo la cottura del giorno, ancora sul calore di lavorazione, esco ed infilo la strada di casa. La giornata nebbiosa ha lasciato il posto ad ampie sfere di sereno per poi fermentare con aria più calda in varie striature sagomate dal vento. Un sentimento di timidezza rossiccia chiama in azzurro una falsa primavera. Meno giuliva, primitiva ed invernale, la scena scompare nel buio dei successivi minuti. E tutto è più triste di prima. Tristissimo e scoraggiante.
Prima, però, ho il tempo di osservare il movimento, dal basso, del colore e dello spessore delle nubi. In una frazione di tempo impercettibile rivedo le anse di un grande cervello e poi masse di gomitoli assaliti da un gatto. Non sento alcun suono, tutto è estremamente lontano e leggero…
Intanto il pensiero è partito da questi substrati energetici verso un’intervista a Pietro Trabucchi, professionista già psicologo della squadra olimpica di sci di fondo nel 2006, sul tema della psicologia negli sport di resistenza, da qualche parte nella rete e qui di seguito accennata…

“La netta separazione tra la mente ed il corpo, di cui è permeata tutta la nostra cultura da oltre duemila anni, influenza il modo in cui vediamo le prestazioni sportive: anche il fenomeno della fatica non fa eccezione. Comunemente si raffigura la fatica come il prodotto di un insieme di sensazioni di origine puramente fisica, cioè qualcosa che avviene esclusivamente nella fibre muscolari e che il cervello registra passivamente. In realtà si tratta di un fenomeno estremamente complesso dove i fattori fisiologici interagiscono continuamente con quelli psicologici o mentali. Durante la corsa il cervello riceve costantemente una serie di segnali: questi informano il sistema nervoso centrale sullo stato di molti parametri, quali il livello dei substrati energetici disponibili per i muscoli, la frequenza ventilatoria, la temperatura interna, il livello di lattato presente nelle fibre… Questa mole di dati comincia ad essere assemblata da alcune aree cerebrali dette sottocorticali; queste sono zone lontane dalla corteccia cerebrale, che è l’area più evoluta del cervello, quella dove nasce il pensiero cosciente: si tratta perciò di processi di cui non riusciamo ad avere alcuna consapevolezza. Il lavoro di assemblaggio delle informazioni serve a farle confluire in una sensazione unitaria. Molto verosimilmente è durante questa fase di costruzione che entrano in gioco le variabili psicologiche, le quali sono in grado di modificare la sensazione finale (di fatica) che scaturirà.”

Mi preparo e inizio a correre. E’ buio da poco, ma sembra d’essere in un cunicolo della miniera di talco di Prali, confuso dalla polvere e dall’oscurità interiore che mi invita a rallentare, a risparmiare la fatica per una via d’uscita. 
Forse tutti quei colori effimeri hanno bruciato l’anima della sera in una vampata di fuoco, o cortocircuitato il mio impianto di illuminazione dei sogni…
Corro nel buio, corro e già è qualcosa...

3 gennaio 2012

Il Tritone

In quest’ultimo giorno di vacanza ho voglia si saltare… prima la colazione, poi qualsiasi lavoro di casa e quindi le scale, verso il cantiere, a est del paese. Qui si sta completando la nuova urbanistica, ed è ancora terra battuta da ruspe e strade su collinette e prati in via d’estinzione…
Salto di slancio, in vista del prossimo cross dell’8 gennaio a Scarmagno, e poi sudo alcuni pensieri nell’umidità crescente. Uno mi scivola invadente dalla fronte e si spalma sul bulbo oculare… vedo il mare! E’ salato, ma non profuma di pesce; è volato all’estate scorsa, a Marina di Bibbona, al residence il Tritone…

Tritone è la versione maschile della sirena; nella mitologia greca è il figlio di Poseidone, dio del mare, e della nereide Anfitrite. Tritone aveva un corno di conchiglia che col suo suono calmava le tempeste e annunciava l'arrivo del dio del mare. E’ notissimo per l'aiuto che diede a Giasone e agli Argonauti nel trovare la rotta da seguire…
Lo invoco, e la mia rotta si rivela immediatamente dalla mitologia alla realtà, dalle profondità del mare alle atmosfere del sudore. Vengo sparato, con altri corpi, dal cannone del circolo metabolico. Riconosco i corpi chetonici che mi spingono tra strani dèi, vicino a Ceto, che in greco significa grande balena, divinità dal corpo mostruoso, e alle sue figlie, le Gorgoni, con le ali d'oro, le mani con artigli di bronzo, le zanne di cinghiale e i serpenti al posto dei capelli…
Certo queste salitelle mi stanno consumando l’ossigeno e gli zuccheri…

In carenza di zuccheri, l’organismo brucia grassi, e i corpi chetonici sono i residui. I corpi chetonici sono sostanze chimiche: acetone,  acido acetacetico e acido β-idrossibutirrico.
I corpi chetonici sono di piccole dimensioni, perciò vengono veicolati molto velocemente, molto più degli acidi grassi che, invece, hanno bisogno di proteine trasportatrici come l'albumina, e vengono usati quasi esclusivamente dai muscoli e dai tessuti periferici, ma anche dal cuore (il 20-30% dell'energia da esso utilizzata proviene dai corpi chetonici) e dal cervello (in caso di digiuno prolungato).
Sono prodotti intermedi del metabolismo dei lipidi (grassi), quasi esclusivamente epatico (fegato). Anche il metabolismo dei protidi (proteine) può portare alla formazione di corpi chetonici, in particolari condizioni (sport): alcuni aminoacidi – gli elementi costitutivi delle proteine – quali leucina, lisina, fenilalanina e triptofano, sono proprio detti chetogenetici.
Una fase fondamentale del metabolismo proteico è la deaminazione, durante la quale i singoli aminoacidi vengono privati del gruppo aminico (NH2). La parte rimanente della molecola, definita alfa-chetoacido, può essere utilizzata a fini energetici o per la sintesi di glucosio. Il gruppo aminico viene invece trasferito all'alfa-chetogluatarato, con formazione di glutammato; quest'ultimo subisce una deaminazione ossidativa nella matrice mitocondriale con produzione di ammoniaca libera (NH3). L'ammoniaca è una molecola tossica, soprattutto per il cervello, ma un organismo sano è perfettamente in grado di incorporare l'ammoniaca in composti atossici, che ne costituiscono anche la forma di trasporto e di pre-eliminazione. 
Nei diabetici, i corpi chetonici sostituiscono il metabolismo del glucosio: essi emanano - come altri malati - i corpi chetonici e l'ammoniaca tipica del metabolismo alterato: un odore dolciastro di mela marcia, inconfondibile.
E allora, come dicevo a Raffaele, siamo noi che bruciamo il cibo e valorizziamo con emissioni inconfondibili il mitocondrio, quel mito che ci sguazza sotto pelle, con drio e con brio…  e poi ci abbandona, storditi, con aria d'ammoniaca rassegnazione... 

2 gennaio 2012

Il Cotechino

Anche quest’anno non poteva mancare il grasso profumato di lenticchie, a galleggiare nella mia palude... Alla ricerca dell’arca perduta negli ultimi interstizi viscerali verso il 2012… verso il botto che spegne la mente sopra e sotto i cieli astrali.
In un soprassalto di lucidità ho ricordato quel maiale ignoto che ha donato per me, negli istanti grossi e ciechi del capodanno il suo sapore, il suo superiore grado di cotenna lessata, più alto del muscolo d’un nobile destriero…

Perché nella vita si può essere anche bravi, ma se maiali non c’è scampo…

Un cavallo, a cui il padrone era molto affezionato, si ammalò. Venne visitato da un veterinario che ordinò delle medicine facendogli capire che se non si fosse rialzato sarebbe stato abbattuto. Il padrone, disperato, diede le medicine alla bestia, ma questa restava sempre sdraiata. A fianco, c’era anche un maiale che si mise a sollecitare il cavallo ad alzarsi dicendogli che se non lo avesse fatto tutto sarebbe finito per lui. Per l’intera notte il maiale spronò il cavallo ad alzarsi. L’indomani, il veterinario andò a trovare il cavallo e con il contadino decise di abbatterlo. Il maiale spronò per l’ultima volta la bestia che tutto d’un tratto, seppur traballando, si rialzò. La gioia del contadino fu immensa: abbracciò il cavallo, lo baciò, lo accarezzò e poi disse raggiante: "Sì, voglio festeggiare: ammazziamo il maiale."
L’ho digerito verso il primo pomeriggio, il cotechino. Ci ho messo quasi quaranta minuti di corsa nell’incanto del primo giorno del nuovo anno podistico...

Ci ho messo ancora di più a digerire l’idea di non essere un cavallo… (quando corro) :-)