31 maggio 2013

Il Nibbio

Logos (λόγος) deriva dal greco λέγειν (léghein) che significa scegliere, ma anche raccontare. Più tardi assume i significati di legame, misura, ragionamento, disegno, enunciato, spiegazione e altro ancora. 
Per Eraclito, tutto scorre naturalmente regolato dalla legge dei contrari. Ogni realtà si trasforma nel suo opposto attraverso un conflitto, una guerra.

Ma alla fine tutti i conflitti si conciliano in uno sguardo d'insieme dove la guerra dei contrari  appare un divenire armonico, incessante e continuo. Un ente entra in contrasto con l'altro fino a che l'uno non diventa l'altro, ricominciando così il conflitto da capo...

Questo divenire è simboleggiato dal fuoco, perchè muta sempre la sua forma, così come la Natura, ed è regolato dalla legge del cosmo, o logos, la quale non muta ed è regola del divenire stesso.


Il logos fa si che tutte le cose si manifestino ordinate e mutino ordinatamente. E' un principio divino, è l'origine del mondo. Il logos è perciò verità.

Scusi, posso fare una domanda? Il Nibbio è un uccello o è il capo dei bravi al servizio dell'Innominato? Ogni verità segue la propria strada...

La verità non tollera accanto a sé la propria negazione, e per questo è intollerante. In altre parole, la verità consiste nella negazione della propria negazione.

In aritmetica, la verità non tollera che uno più uno non faccia due, mentre in religione, la verità non tollera che un altro dio sia quello vero.

Per fortuna, l'animo umano è molto tollerante. E qui la verità è che non esiste filosofia o ragione che sappia cosa sia (l'animo), e pertanto, come l'acqua, la nostra umanità-animale sfugge alla presa di chiunque la voglia imbottigliare.

Impassibile alle porte chiuse in faccia dalle paure, l'animo umano è capace di grandi cose. E questa non è una piccola verità. L'animo umano sa collaborare, è un investigatore.


28 maggio 2013

Emozioni

Sul lungomare del mondo. Disorientato, seguo il volo dei gabbiani, seguo il ritmo dei lampioni...

Sulla montagna del tempo. L'uomo chiese alla montagna di toccare il cielo...

Che meraviglia, il linguaggio, il pensiero. Le parole sono il portale d'accesso all'io interiore. E si pensa anche con le mani, mentre si fanno le cose, e con i piedi, mentre si attraversano le strade. Con la musica, poi, si crea addirittura un altro modo di pensare.  Inventando e manipolando le parole abbiamo spalancato la mente che resta comunque un groviglio irrisolto di bene e di male. Il male, in ogni caso, è avvolto dal rumore, dalle parole rotte, dai pensieri sbarrati. Basta quella nota, però, quella melodia, per far cambiare le cose, materializzare le emozioni.

E di emozioni si ragiona in un libro molto bello di Michel Lacroix.  Non vedo l'ora di annusarlo.



24 maggio 2013

23 maggio 2013

Ventaccio

Si è alzato il vento che spezza ogni respiro, e mi ritiro col timore d’incontrare qualche fiato disprezzato da portare in fondo all’anima, in sospiro...

E cresce ancora, e non dà pace. Il vento è polvere di voce; e m'accorgo di cantare, e m’illudo di sentire il coro della vita che zecchino già riappare...

Ma dove son finito? Che terra è mai questa da sputare? Basta masticare; mi fermerò per mettermi a sedere... 



20 maggio 2013

Lo spunto

"Il tempo vola" intransitivo. Impossibile completare il significato del predicato, secondo linguistica...

Eppure il tempo transita, eccome. Nei sogni alluna, nei bisogni atterra. In mezzo alla vita, viaggia. In mezzo al viaggio, vive. Inutile metabolizzare. La sua verde metafora è forse spuntare?
 




17 maggio 2013

Le metafore

Pensando ai paradossi bergonzoniani, mi accorgo che i nostri discorsi sono intessuti di metafore. Le metafore spesso nascono dal tentativo di colmare l’ignoto con la fantasia. Altre volte sono espressione genuina della nostra anima. “Non c’è montagna più alta di quella che non scalerò” canta Jovanotti, e questa è una grande verità. “Il maratoneta è un samurai senza spada” scrive Mauro Covacich, e questa è una piccola soddisfazione.

Quando corro, le metafore mi entrano dalle narici, mi spettinano, mi schiariscono anche i capelli. In genere non le capisco perché non ho più tanto sangue nel cervello. Una di queste, però, mentre rallentavo, l’ho assimilata. Quando “la discussione è una guerra” – ecco la metafora – la riunione va immediatamente interrotta, trasportata altrove, meglio nelle piste della posta elettronica.

Anzi, semplicemente “la discussione è una guerra” è la metafora di un’altra grande verità umana. Perché noi non soltanto parliamo delle discussioni in termini di guerra, ma vinciamo o perdiamo nelle discussioni: noi vediamo la persona con cui stiamo discutendo come un nemico, attacchiamo le sue posizioni e difendiamo le nostre, guadagniamo o perdiamo terreni, facciamo piani e usiamo strategie, se troviamo una posizione indifendibile, la abbandoniamo e scegliamo una nuova linea di attacco.

Molte delle cose che noi facciamo durante una discussione sono in parte strutturate sul concetto di guerra. Sebbene non ci sia un combattimento fisico, c’è tuttavia un combattimento verbale, che si riflette sulla natura della discussione: attacco, difesa, contrattacco. Questa metafora è dunque parte della nostra cultura, anzi, la struttura.

L’essenza della metafora è comprendere e vivere un tipo di cosa in termini di un altro.

Per esempio, questa sera mi trasformerò in gazzella di savana, sul tapis roulant di una palestra molto bella. Ma non sono sicuro di riuscirci. Una metaforica vocina potrebbe rivelarsi schietta come la vignetta…  

13 maggio 2013

Il giocoliere

"E ricordatevi che il tempo vola. E noi no. Ma il peggio sarebbe se noi volassimo e il tempo no. Il cielo sarebbe pieno di uomini con gli orologi fermi."
Alessandro Bergonzoni

Non so ancora scrivere come Bergonzoni, ma ci vorrei provare. Stasera comincerò a saltare, e magari una qualche idea potrebbe farmi soffocare.



P.S.: sai che risate

12 maggio 2013

Il labirinto

"Anche dentro il corpo la tenebra è profonda, e tuttavia il sangue arriva al cuore, il cervello è cieco e può vedere, è sordo e sente, non ha mani e afferra, l'uomo è chiaro, è il labirinto di se stesso."
José Saramago

E' così che mi perdo nei pensieri quando fuori piove, gli occhi rappresi. Ma che bel rumore. I tuoni si allontanano offesi, come la musica, i desideri.

E' così che mi perdo nelle parole, quando fuori c'è il sole che torna a bruciare. Una nuvola grigliata all'orizzonte profuma di dolciastro, di ligustro, di liquore.

E' così che mi perdo in ogni dove, in altri passi, un altro libro, un altro cuore.




8 maggio 2013

Allentamento


Non faccio niente, d'accordo. Ma vedo passare le ore, e questo è meglio che cercare di riempirle.

Emil Cioran